La signora Cindy Sheehan ha tra gli altri meriti – aver messo a disagio Bush, aver dato una prova esemplare di compostezza e serietà di fronte alla morte del figlio – anche quello di aver creato un genere: la possibilità di raccontare la guerra in prima persona.
Luciana Castellina su il manifesto
QUEL REBUS ALL’AVANA DI DIFFICILE SOLUZIONE
di LUCIANA CASTELLINA
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Recensione da Carta
Un libro rapido ma non per questo poco accurato sul dopo voto negli Stati uniti. Le ragioni che hanno portato alla riconferma del presidente Bush e la geografia politica di un paese denso di contraddizioni attraverso un’ accurata ricerca alla realizzazione della quale ha lavorato anche Sandro Portelli, da molti anni attento osservatore della società statunitense.
Recensione di Anna Pizzo da Carta
Da un dirigente della Filt Cgil di Genova [l’autore] e da un membro della segreteria nazionale della Fiom, [Giorgio Cremaschi che cura la prefazione del libro] ci si può aspettare un occhio particolarmente attento alle trasformazioni del lavoro operaio che, come si legge nel sottotitolo, va “dal fordismo all’accumulazione flessibile”.
Recensione di Claudia Russo su Liberazione
AMERICA OGGI: C’E’ L’ALTERNATIVA AI NEOCON?
Di Claudia Russo
Recensione di Italo Moretti su Europa
PERCHE’ CONTINUA A STARE IN PIEDI L’ULTIMO MURO DELLA GUERRA FREDDA
di ITALO MORETTI
«Raccontare l’isola senza preconcetti pro o contro», e chiedersi naturalmente cosa succederà a Cuba dopo la morte di Fidel Castro, prospettando tutte le ipotesi sulla carta ma premettendo con onestà che «a questa domanda nessuno sa rispondere».
Recensione di Paolo Ferrero su Liberazione
UN NUOVO MOVIMENTO OPERAIO, OVVERO LA CENTRALITA’ DEL LAVORO
Sabina Morandi su Liberazione
di Sabina Morandi
Alcuni sono andati in guerra perché ci credevano davvero, altri invece ci sono rimasti incastrati. L’altra faccia del conflitto in Iraq emerge dalle lettere raccolte nell’arco di un anno sul sito dei familiari dei militari, “Military families speak out” (letteralmente: Parlano le famiglie dei militari), e di quelle comparse sul sito di “Bring them home now! “