Acqua, il movimento ritorna in piazza
Sabato 4 dicembre in tutta Italia, si sono svolte manifestazioni per chiedere che venga approvato un provvedimento di moratoria per sospendere tutti i processi di privatizzazione del servizio idrico; processi avviati grazie all’applicazione della legge Ronchi.
Si chiede la sospensione del decreto in attesa di poter esprimere la volontà dei cittadini e delle cittadine con il voto attraverso il referendum.
Di nuovo in piazza, quindi, per fare in modo che i tre quesiti referendari si possano votare nel 2011 anche nel caso in cui, questo governo, cada; forti del milione e quattrocentomila firme raccolte, in nome di un proclamato, ma spesso non applicato, processo democratico.
A Roma, centinaia e centinaia di persone, comitati di cittadine e cittadini provenienti da tutta la Regione Lazio, hanno affrontato il freddo e si sono ritrovate in una Piazza SS. Apostoli infiocchettata di palloncini blu, per ribadire con determinazione che l’acqua è un bene comune e non una merce e che, su questo bene, non si possono e non si devono fare profitti.
Sul palco, intramezzati da performance teatrali, letterarie e musicali, si sono succeduti interventi dei comitati di Frosinone, di Aprilia, di Velletri, di Roma, di Rieti, che, raccontando le proprie battaglie, hanno ribadito come i processi di privatizzazione abbiano portato solo un vertiginoso aumento delle tariffe e un peggioramento della qualità dell’acqua, sino ad ammettere, a suon di deroghe, valori di arsenico così alti da non renderla più potabile. (Velletri)
Ancora una volta la battaglia per l’acqua ha messo insieme diversi movimenti, realtà sociali e politiche: tra i tanti, i “No inceneritore” di Albano, i “No corridoio”, i movimenti per il diritto all’abitare, realtà sindacali, la Critical- Mass e la “Primavera romana”, gli studenti in lotta contro il DDL Gelmini, ed i Comuni Virtuosi, c’erano, insomma, tante di quelle realtà che insieme al movimento per l’acqua si battono contro le privatizzazioni di tutti i beni comuni e per la trasformazione di questo sistema.
Questa volta con un passo in più, perché, oltre ai movimenti sopraelencati , c’era un collegamento diretto ed ideale con Cancùn, in Messico, dove, in contemporanea, si svolgeva il vertice mondiale sui cambiamenti climatici.
Qui la “Conferenza Mondiale dei Popoli sul Cambiamento Climatico e sui Diritti della Madre Terra” ha portato la sua dichiarazione finale racchiusa in quello che chiamano ”l’Accordo dei Popoli”, in cui, sostanzialmente, si individua la causa del cambiamento climatico e delle conseguenti devastazioni sulla “madre terra” con il sistema capitalista.
Insieme, quindi, ancora una volta per lottare contro la mercificazione dei beni comuni, per continuare a far sentire la voce dei movimenti per l’acqua pubblica, per una giustizia sociale e ambientale.
Perché, ancora una volta, si scrive acqua, si legge democrazia.
4 Dicembre 2010: Napoli capitale dell’acqua pubblica
In circa duemila hanno sfilato per le strade di Napoli, in un corteo colorato e festoso che si è snodato per le vie del centro, da Piazza del Gesù a Piazza Dante: è il “popolo dell’acqua”, che in tutta Italia ha lanciato la sua idea di acqua come bene comune, come diritto, contro la privatizzazione e la mercificazione che stanno derivando dall’ormai tristemente famoso decreto Ronchi, il quale apre le porte delle nostre risorse idriche ai privati, quegli stessi privati che da anni lucrano e speculano sull’emergenza rifiuti campana. Veolia, A2A, Hera…sono questi ed altri i nomi delle aziende che si apprestano ad entrare “nei nostri rubinetti”, decretando così un aumento vertiginoso delle bollette oltre che, secondo i movimenti, un peggioramento della già catastrofica situazione qualitativa delle acque campane ma anche nazionali.
La giornata di mobilitazione nazionale è stata caratterizzata su base regionale e Napoli non poteva sottrarsi ad una data così importante, essendo una città che da tempo coniuga le lotte territoriali conferendo loro il carattere della rete, e riuscendo a connettere fra loro i tanti movimenti che si occupano di Beni Comuni come l’ambiente, il sapere, la cultura.
Erano infatti numerosi gli studenti, medi e universitari, insieme ai precari della scuola, dello spettacolo, oltre ai presidi contro le discariche come quello di Chiaiano e quello di Terzigno, la Rete Campana Salute ed Ambiente, i precari Bros, giunti in piazza per dimostrare che la lotta per l’acqua pubblica è strettamente connessa con le loro lotte, tutte per i beni comuni.
Obbiettivo principale lanciato dal movimento per l’acqua bene comune è il Referendum, che i comitati chiedono di tenere nel 2011, per il quale essi hanno raccolto in tutta Italia un milione e 400mila firme, e in cui la Campania ha segnato una grande presenza, con le sue 92mila firme. L’intera iniziativa è stata pensata come legata ai movimenti che in questi giorni animano Cancun, in Messico, in occasione del vertice COP15 sui cambiamenti climatici. Giunto in Piazza Dante, infatti, il corteo ha potuto ascoltare in diretta un collegamento con Cancun.