Al rogo i libri dei sostenitori di Battisti
Arriva dal Veneto una proposta inquietante. Togliere dalle biblioteche comunali i libri degli scrittori italiani che nel 2004 hanno firmato una petizione in sostegno di Cesare Battisti, il militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) che da tre anni è detenuto in Brasile e che recentemente è stato oggetto dell’attenzione dei media italiani e stranieri in seguito alla decisione del presidente brasiliano Lula di non concedere all’Italia la sua estradizione (dossier completo).
L’ex missino migrato al berlusconismo Raffaele Speranzon, assessore provinciale alla cultura di Venezia, ha deciso di raccogliere la proposta di Paride Costa, consigliere Pdl a Martellago, di censurare le opere e le iniziative culturali di autori definiti “persone sgradite”. Infatti Costa solleciterà tutti gli assessori alla cultura dei comuni del veneziano e i dirigenti delle biblioteche civiche a effettuare un’epurazione delle opere di scrittori come Wu Ming, Valerio Evangelisti, Massimo Carlotto, Tiziano Scarpa, Nanni Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe Genna, Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Vauro, Lello Voce, Pino Cacucci, Christian Raimo, Sandrone Dazieri, Loredana Lipperini, Marco Philopat, Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Antonio Moresco, Carla Benedetti, Stefano Tassinari e tanti altri. A questo link segnalo la versione completa della lettera incriminata.
Sul Gazzettino si leggono addirittura le minacce del suddetto Speranzon, nemmeno troppo velate, contro chi non obbedirà. Infatti “ogni Comune potrà agire come crede, ma dovrà assumersene le responsabilità”. Perché usare Battisti per mettere al bando un centinaio di intellettuali?
Sebbene la replica di alcuni di loro sia stata immediata, credo sia doveroso segnalare questo caso eclatante di regressione autoritaria e becera strumentalizzazione del caso Battisti per sparare sul mondo della cultura e sul libero pensiero. Per quanto tempo ancora il Pdl e il suo leader Berlusconi continueranno a dichiararsi “liberali”? Lo scrittore veneziano Tiziano Scarpa ha definito l’iniziativa come “una prassi delle dittature e dei monarchi assoluti”. Come dargli torto… Anche Massimo Carlotto ha replicato sul Gazzettino “Speranzon sappia che ho firmato anche per i rom che dal suo punto di vista è ancora più grave. E ora che mi accadrà?”
Mentre le reminiscenze del fascismo riemergono possenti dalla laguna, Speranzon si giustifica “vogliamo mandare un messaggio chiaro, sia chiaro che se questi scrittori vogliono fare un appello contro Berlusconi sono liberi di farlo tutti i giorni dell’anno, ma firmare a favore di Battisti prescinde dalla visione politica: è uno schiaffo nei confronti di chi soffre e ha sofferto a causa di un criminale”.
L’idea ha attirato le simpatie di sindacati di polizia come il Coisp. Il segretario generale Franco Maccari ha invitato tutti i comuni d’Italia ad aderire all’iniziativa (!) e anche tutti i cittadini a non comprare i libri dello stesso Battisti e degli scrittori che lo sostengono. Mi chiedo quanti ne abbia letti in vita sua.
Oltre agli scrittori e al mondo dell’editoria, sotto minaccia di censura, come dovrebbero comportarsi i bibliotecari e i funzionari coinvolti di fronte a tali populistiche “raccomandazioni” di politica (in)culturale inoltrate dai due esponenti Pdl?
Paride Costa ha inoltre espresso la sua opinione sui “pentiti” della lista nera dei firmatari. “Ovviamente non chiederemo la rimozione dagli scaffali di tutti quelli autori che prenderanno o hanno preso le distanze dalla lista dei sostenitori di Battisti – conclude Costa – non abbiamo nulla contro i loro libri, ma serve rispetto per i familiari delle vittime dei terroristi”. E la libertà d’opinione? La sospendiamo?
Se qualcuno ha voglia di esprimere a Speranzon la propria opinione sulla sua brillante iniziativa, la mail è:raffaele.speranzon@comune.venezia.it