Alcoa di nuovo a rischio. A Cosenza in tre salgono sul tetto
Alcoa, i sindacati contro goveno e impresa
Alcoa non vuole prendere impegni a garanzia del lavoro. È la denuncia dei sindacati: «Dopo gli impegni presi il 26 novembre, per ritirare la procedura di Cassa Integrazione e avviare la verifica dell’attuazione di tutti gli strumenti per garantire l’approvvigionamento energetico a costi allineati a quelli europei, negli incontri di questi due giorni al Ministero dello Sviluppo Economico, le Organizzazioni sindacali hanno preso atto che la piena attuazione delle misure individuate dal Governo possono risolvere positivamente i problemi energetici sollevati da Alcoa e superare i rischi relativi alla continuità produttiva nei due stabilimenti di Portovesme e Fusina», premettono Cgil Cisl Uil e le rispettive organizzazioni metalmeccaniche. Purtroppo Alcoa, «nonostante tutte le garanzie e le agevolazioni indicate, non vuole riconoscere l’efficacia delle misure adottate, riservandosi di giudicare successivamente la realizzazione dei relativi strumenti e, contemporaneamente, non intende prendere impegni precisi per garantire la continuità produttiva degli impianti di produzione di alluminio primario, in entrambi gli stabilimenti in Sardegna e in Veneto». Come organizzazioni sindacali non abbiamo pertanto sottoscritto il verbale dell’incontro del 9 e 10 dicembre, consegnando una nostra dichiarazione nella quale chiediamo che «nell’incontro previsto dal verbale sottoscritto dal Governo e da Alcoa, per il 7 gennaio 2010, oltre a verificare tutti gli impegni previsti, l’azienda presenti un piano industriale atto a garantire la continuità e il rilancio produttivo e occupazionale dei due siti».
Cosenza, operai fuori dal Comune ma tre ancora sul tetto
Gli operai della società Valle Crati hanno lasciato il primo piano del Comune di Cosenza, che occupavano dai ieri, ma tre di loro sono saliti sul tetto dell’ edificio e continuano la protesta. Gli altri lavoratori si trovano nella piazza antistante al palazzo comunale, in attesa.
Un operaio morto nel riminese, un altro grave all’Ilva
Un operaio straniero di 43 anni, che stava lavorando su un cavalcavia nel Riminese, è morto investito da un mezzo che procedeva in retromarcia e appartenente allo stesso cantiere. L’incidente è avvenuto intorno alle 15 sul cavalcavia della statale 16 che attraversa la Marecchiese. La corsia di marcia normale, in direzione nord, era chiusa al traffico per i lavori di riasfaltatura della strada. L’uomo è caduto a terra travolto dal mezzo e i soccorsi del 118 sono stati inutili.
Un operaio dell’Ilva di Taranto, Salvatore Picchieri, di 52 anni, è invece rimasto ferito gravemente in un incidente sul lavoro avvenuto oggi pomeriggio nel Reparto Ima (Impianti marittimi) del terzo sporgente del porto jonico. L’operaio è stato ricoverato nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. I medici gli hanno riscontrato un trauma vertebrale e si sono riservati la prognosi. L’uomo, a quanto si è saputo, si trovava su un carrello sollevatore per attività di rimozione di brache quando ha perso l’equilibrio ed è caduto da un’altezza di tre metri urtando violentemente la schiena. Sono in corso accertamenti da parte del Servizio Prevenzione e Protezione aziendale e degli ispettori dell’Asl per accertare eventuali responsabilità. Il carrello sollevatore da cui è caduto il dipendente dell’Ilva veniva utilizzato sul pontile per la movimentazione dei materiali.
Euroservice, la Cgil prepara una settimana di mobilitazione
Torna forte la preoccupazione tra le lavoratrici della Euroservice, cooperativa alimentare di Castiglione del Lago, che dopo lo scongiurato pericolo di chiusura della primavera scorsa, vive nuovamente una situazione di grande sofferenza. Lo riferisce la Cgil Umbria, in una nota, nella quale si chiede l’intervento delle istituzioni locali e regionali e si annunciano mobilitazioni. Un anno fa, in questa fase di alta stagione, erano circa 150 le lavoratrici impegnate nelle produzioni natalizie di cioccolata per la Perugina, mentre attualmente sono non più di 35. «Questo è dovuto probabilmente in parte alla crisi congiunturale, in parte alla scelta di Nestlè di reinternalizzare alcune produzioni, come previsto dall’accordo dell’estate scorsa, e in parte da altre cause che non conosciamo», affermano in una nota congiunta la Rsu di Euroservice e la segreteria della Flai Cgil dell’Umbria. La Flai Cgil annuncia dunque che organizzerà la prossima settimana un’assemblea di tutte le lavoratrici Euroservice. «Ma oltre a questo – avverte il sindacato – se l’Inps, maggiore ‘responsabilè per questi inaccettabili ritardi, non dovesse sciogliere la riserva, daremo vita ad una dura mobilitazione, anche arrivando ad occupare la sede dell’istituto se necessario».