Due maree nere, contro le nostre vite
Le immagini della marea nera scorrono sotto i nostri occhi e lo faranno a lungo. L’ennesimo disastro ambientale, dovuto a incuria, corsa al profitto, sistema globale ipertrofico e destinato a implodere. Tutte ragioni evidenti enfatizzate da una catastrofe che esplode nel cuore dell’Impero infangando le coste degli Stati Uniti d’America. Si produce troppo e male, si produce per il profitto, non si rispettano le misure di sicurezza, i limiti ecologici del pianeta, le vite di ognuno, ognuna di noi.
E contestualmente la marea nera si sovrappone alla marea finanziaria che sommerge attualmente la Grecia ma che potrebbe estendersi all’Europa intera. Una marea frutto di quella speculazione ampiamente foraggiata con i salvataggi bancari e il rigonfiamento della spesa pubblica e che ora si chiede sia tagliata a partire dalle pensioni, dai salari e dai servizi pubblici.
Un po’ di Grecia è già in Italia con la Fiat del “progressista” Marchionne che impone condizioni pesantissime ai lavoratori del gruppo o con lo Statuto dei lavori preparato dal ministro Sacconi che vuole farci tornare a prima del ’68. Per questo il primo maggio quest’anno è speciale. E dalle strade dei cortei di Torino a quelle della Mayday di Milano sarebbe bello che uscisse un solo grido: contro la crisi uniamo le lotte e difendiamo le nostre vite. Perché valgono di più dei loro profitti.