Due milioni contro Sarkozy
La sfida è stata vinta. Nel giorno in cui viene annunciato un nuovo aumento del tasso di disoccupazione (in Francia ci sono 4 milioni di persone in cerca di lavoro), le manifestazioni contro la riforma delle pensioni sono state un successo. «Siamo 2 milioni e forse più» dice François Chéréque, segretario della Cfdt. «E’ meglio di quanto si immaginava alla vigilia. Il numero di lavori persi nel settore privato è impressionante, i lavoratori isolati si sono ingegnati per venire con i loro propri mezzi e il settore pubblico si è mobilitato più che lo scorso 27 maggio» aggiunge il segretario della Cgt, Bernard Thibault.
Bilancio finale: la Cgt annuncia due milioni, la Cfdt un po’ di più, il ministro dell’Interno meno di 800 mila. L’essenziale non è nella guerra di cifre anche perché, spiegano i sindacati «una tale manifestazione il 24 giugno è eccezionale».
A Parigi hanno sfilato in 130 mila secondo la Cgt contro i 90 mila del 27 maggio (per la polizia 47 mila). Un corteo molto classico tranne per l’innovazione delle vuvuzuelas («ne abbiamo comprate 600 dice la Cgt).
Ma anche la provincia si è mobilitata. «In certe città abbiamo calcolato manifestanti due o tre volte superiori al 27 maggio». L’ovest ha sfilato in massa: a Caen, Saint-Brieuc, Tours, Evreux, Bordeaux, e poi anche à Lyon, La Rochelle, Angoulême, Quimper, Annecy, Nice, Montélimar, etc.
E ora? I sindacati chiedono di nuovo «la riscrittura» del progetto. «Con una tale mobilitazione, non posso credere che il capo dello Stato si comporti come se niente fosse» aggiunge ancora Thibault, a meno di prevedere una ulteriore crescita del conflitto.
Martedì 29 giugno si terrà una riunione intersindacale per discutere del seguito. Giovedì, nel corso del corteo, Chérèque et Thibault alludevano a un’azione simbolica il 13 luglio, giorno dell’esame del progetto di legge in consiglio dei ministri e un’intenso lavoro di lobby parlamentare durante l’estate.
Sul fronte delle formazioni politiche si sono visti diversi sorrisi. Jean-Luc Mélenchon, presidente del Parti de Gauche, si è detto «sollevato di vedere che la mobilitazione si radica». Poco più in là, Marie-George Buffet trovava «inconcepibile che il governo non riporti il progetto all’esame del Consiglio dei ministri» mentre il suo successore alla testa del Pcf, Pierre Laurent, si dice fiducioso «perché il governo non ha solo l’opposizione istituzionale contro ma tutto il popolo francese». Ottimismo anche tra le fila del Npa, dove Olivier Besancenot distribuisce volantini insieme al piccolo figlio («la maestra ha scioperato, buon segno»). Anche il numero 2 del Npa, Pierre-François Grond, è felice: «Il passaggio della riforma come se fosse una lettera imbucata alla posta non è più l’ipotesi di Sarkozy». L’indicatore sono le grandi manifestazioni delle medie e piccole città, punto di partenza di «grandi manifestazioni nel mese di settembre con un clima favorevole «allo sciopero generale».
La fase spinge per l’unità a sinistra: «Insisteremo di qui a settembre soprattutto nel lavoro in collettivi unitari, aggiunge Grond. E’ meno spettacolare, ma determinante per costruire un tessuto militante necessario ad ampliare il movimento e a farlo durare».
Presente in massa anche il Partito socialista, con un numero mai visto di militanti e di “materiale” esibito (bandiere, volantini, adesivi). Mentre la segretaria generale, Aubry, sfilava a Lille, la rappresentanza socialista a Parigi era assicurata dal portavoce Benoit Hamon e dal sindaco Delanoë.
Numerosi anche i Verdi-Europe Ecologie. Cécile Duflot, segretaria nazionale dei Verdi crede soprattutto a un lavoro comune della sinistra in vista delle presidenziali del 2012: «Il governo è troppo immerso nei suoi affari interni (scandali vari che lambiscono lo stesso Sarkozy, ndt.) Questo ci dà molta speranza perché non sembrano in grado di ascoltare la rabbia che proviene dal basso. Ora occorre mettersi attorno a un tavolo con gli altri partiti e discutere di un programma condiviso sulle pensioni».