E’ in arrivo il tormentone presidenzialista
Berlusconi stipula l’ennesimo patto con Bossi. Sul tavolo giustizia, cioè salvacondotto definitivo per il premier, e riforme costituzionali qualcosa di orrendo che la mente di Calderoli sembra aver già partorito.
Ma ormai è chiaro che il tormentone che ci porteremo dietro nei prossimi mesi, forse anni, sarà il dibattito su “presidenzialismo si o no” nelle varie salse immaginabili: alla francese, all’americana, metà e metà. A far capire ai leghisti che non si tratta solo di trattare con Berlusconi c’è l’area Fini che su Secolo d’Italia rilancia le proposte del presidente della Camera, cioè la Quinta Repubblica francese.
Ma perché farsi mancare anche il Pd? E infatti dal partito di Bersani non escono dei no netti all’imbroglio che la maggioranza di governo sta per preparare ma solo una classica politica dei “paletti”: vengano in Parlamento, dice Bersani, e se le proposte sono buone discutiamo sennò…
Sul fronte del vero partito democratico, quello Usa, tiene banco la posizione di Obama sull’impiego delle armi nucleari – solo quando è necessario, dice. Ma quando? – e Repubblica ha un’ampia intervista al presidente statunitense
Ma la notizia internazionale più interessante continua a essere quella che riguarda il Papa. Dopo il rilancio del Fatto quotidiano, che ieri chiamava in causa i casi di pedofilia compiuti in Italia, oggi su tutti i giornali va in scena la netta difesa da parte del Vaticano del Pontefice (e ci mancherebbe, è il re assoluto…) paragonato a Pio XII per numero e intensità di attacchi ricevuti. Intanto altri casi spuntano in Norvegia.
Il fatto è che mentre ci si trastulla con amenità leghiste o scandali vaticani la crisi economica e finanziaria aleggia su tutto il pianeta e niente finora è stato fatto per risolverla. Anzi. In Grecia gli interventi di Europa e Fmi potranno innescare una rivolta dagli esiti imprevedibili mentre Il Sole24Ore presenta il caso problematico della possibile bolla immobiliare cinese. Se scoppia quella sono davvero c….Qualcuno continua a occuparsene, sia pure nell’ipotesi di una riforma del capitalismo. E’ Guido Rossi a riproporre l’allarme ma non a caso Repubblica lo mette a pagina 21
Sul fronte dei commenti ai risultato del voto nell’ambito della sinistra istituzionale c’è poco o niente. Da segnalare un riassunto di alcuni commenti di sinistra comunista pubblicati da Contropiano e un interessante articolo di Globalproject