Francia, siamo alle barricate
Francia, siamo alle barricate
“Tutti gli accessi sono bloccati, la mobilitazione è enorme”. Con queste parole stamattina Mehdi Rachid, della Cgt, il principale sindacato francese, ha annunciato il blocco dell’aeroporto di Marsiglia da parte di centinaia di persone, in gran parte lavoratori di Air France, Carrefour, e rappresentanti degli insegnanti, dei petrolchimici e dei disoccupati.
I dimostranti, a partire dalle 5 di questa mattina, hanno bloccato numerosi accessi con delle barricate, costringendo i passeggeri a lasciare le auto e raggiungere a piedi l’aeroporto. Poi, intorno alle 8,30, all’arrivo della polizia i manifestanti hanno lasciato lo scalo e la circolazione è ripresa gradualmente. I manifestanti, che sventolavano bandiere in particolare dei sindacati Cgt e Fsu, avevano occupato la rotonda principale che d accesso al terminal, impedendo il transito dei veicoli.
Intanto, ieri circa un quarto delle stazioni di servizio della Francia non avevano carburanti a disposizione e gli scioperi hanno interrotto le attività anche in due dei tre centri del Paese di gas naturale liquefatto (Gnl). Tuttavia, il ministro degli Interni francese, Brice Hortefeux, ha affermato che i depositi di carburante hanno ancora “molte settimane di riserva”, pur ammettendo che ci sono “difficoltà” di approvvigionamento dei distributori di benzina.
E poi, continua lo sciopero della nettezza urbana, a Marsiglia come a Tolosa. Mentre sulle strade i camion hanno imposto stamattina almeno 12 blocchi alle auto, provocando maxi ingorghi un po’ ovunque. Infine, c’è la mobilitazione degli studenti che non accenna a diminuire, con 312 licei – secondo il conteggio del ministero dell’Educazione – in agitazione. Gli studenti, come ieri, contano di inscenare manifestazioni spontanee. A Parigi, imponente schieramento di forze dell’ordine attorno al Senato, al Palais du Luxembourg.
Ma quando si fermerà la protesta? Secondo Bernard Thibault, sindacalista della Cgt, “non c’è alcuna ragione di interrompere le contestazioni. Non c’è possibilità di uscita perché il governo resta intransigente”. Come noto infatti l’obiettivo delle proteste è una revisione della riforma delle pensioni che prevede di alzare l’età minima da 60 a 62 anni e il cui voto definitivo in Senato previsto per oggi.
“La settimana prossima ci saranno ancora tempi duri”, ha aggiunto Thibault nel corso di un’intervista alla radio Rmc, “occorre continuare con mobilitazioni di massa” e con proteste “quotidiane, come scioperi di un’ora nelle aziende e assemblee la sera”. E nonostante i disagi che la protesta sta arrecando alla popolazione, quasi tre francesi su quattro (71%) si dichiaravano fino a poche ore fa in favore delle manifestazioni.