In Olanda avanza l’estrema destra
Le elezioni locali in Olanda mai come questa volta hanno avuto un significato nazionale e indicato una prospettiva che proprio stamattina il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito «preoccupante». Il partito della Libertà (Pvv) dello xenofobo e anti-islam Gert Wilder è il vincitore delle elezioni piazzandosi al terzo posto, in netta risalita dal quinto, e in grado di insidiare a due grandi partiti olandesi in forte calo di consensi. Accanto al Pvv di Wilders, emergono come vincitori di queste consultazioni i due partiti liberali Vvd e il piccolo D66, mentre i laburisti PdvA di Wouter Bos, sono intorno al 16% dei suffragi, contro il 23,45% delle precedenti amministrative, circa sei punti in meno. In calo di due punti anche il partito dei cristiano-democratici (Cda) del premier Jan Peter Balkenende. Disastroso il risultato per il Partito socialista – di origine maoista, inserito nell’ambito della sinistra radicale europea – che è sceso da 25 a 11 seggi conquistati.
Non sono state quindi confermate le previsioni della vigilia che volevano una sia pur timida rimonta dei laburisti, dopo la loro scelta di abbandonare il governo perchè contrari al prolungamento della missione militare olandese in Afghanistan. Il partito di Wilders si afferma come primo partito nella città dormitorio di Almere, ad est di Amsterdam, e si ferma a secondo partito alle elezioni municipali dell’Aja, dietro al Partito laburista. I laburisti perdono consensi anche in città tradizionalmente della sinistra come Amsterdam dove guadagnano invece i liberali del D66.
Le elezioni, che hanno segnato un ulteriore leggero calo nell’affluenza alle urne, tranne all’Aja e a Almere, dove si sono candidati gli uomini di Wilders, rendono ancora più frammentario il panorama politico olandese. Dalle prime indicazioni emerge, infatti, che con i dati delle proiezioni per fare una coalizione di governo, dopo quella di centrosinistra di Jan Peter Balkenende, crollata sulla missione militare in Afghanistan, ci vorrebbero generalmente quattro forze politiche. Nelle simulazioni effettuale da Nos Tv solo la coalizione composta da cristianodemocratici, laburisti i liberali pro europeisti e anti Wilders di D66 e la sinistra verde totalizzerebbero 83 seggi su 150. Le altre varianti di centrodestra e di centrosinistra avrebbero maggioranze assai risicate.
«Quello che è stato possibile a l’Aja sarà possibile in tutto il paese. E’ un trampolino di lancio per la nostra vittoria» ha affermato Wilders aggiungendo che il suo partito vuole «battersi contro l’islamizzazione del paese».
Nel suo piccolo, il voto municipale olandese rischia di rappresentare una spia per l’intera Europa: razzismo in crescita che si mescola agli effetti della crisi economica; crisi dei principali partiti, sia di centrodestra che di centrosinistra, incapaci di offrire soluzioni credibili; forte impasse di una sinistra che si dice estrema ma che in fondo si dà la prospettiva di governo insieme alla socialdemocrazia e forte ascesa dei partiti di destra xenofoba. Fa bene Napolitano a dirsi preoccupato.