Investire sulla cultura costa cento euro
L’ANNO comincia con cento euro da investire. Di questi tempi? Sì, se si hanno a cuore i libri. Cento euro è la cifra richiesta da edizioni Alegre per abbonarsi alle prime dieci novità del 2015. I motivi per farlo sono illustrati sul sito della casa editrice, ilmegafonoquotidiano.it: almeno due titoli del catalogo, Le mani sulla città e Sulla pelle dei rom, avevano anticipato MafiaCapitale, il che non indica una capacità profetica, bensì, dicono quelli di Alegre, una linea narrativa e d’inchie- sta di lungo corso e capacità di analizzare il reale. Non solo: al suo attivo Alegre ha anche la nascita dell’associazione Odei, che riunisce altri editori indipendenti, la campagna “Macero no” per salvare i libri fuori catalogo, e la nuova collana Quinto tipo, diretta da Wu Ming 1, che propone testi “ibridi” (non solo giornalistici, non solo letterari). Per andare avanti su questa strada, occorrono cento euro. Cento euro sono anche la quota minima per partecipare all’equity crowdfunding di Liberos, la comunità dei lettori sardi che ha vinto in passato il premio CheFare e che ora si propone di esportare la prassi di mettere in rete tutti gli attori della filiera libro (lettori, scrittori, editori, bibliotecari, librai, organizzatori di festival) fuori dalla Sardegna. Su smarthub.eu tutte le informazioni. Si può fare fino al 31 gennaio. Per chi teme per il futuro delle librerie e per chi crede che i libri siano il collante di una comunità, sarebbe un bel modo di iniziare il 2015.