La revuelta de la “generacion perdida”
In Spagna sta accadendo qualcosa che mai si era visto, quello che può essere chiamato “Movimento del 15 Maggio”, la cui nascita è un avvenimento veramente storico. Le piazze di più di cinquanta città sono occupate da quelli che, con lo slogan “non ci rappresentano”, hanno perduto la fiducia nella politica e adesso si fanno vedere ogni giorno nelle assemblee in strada e nelle piazze. Anche se nessuno si sarebbe aspettato un movimento di tale entità, la cosa strana è il fatto che non avesse avuto luogo prima: quando la disoccupazione giovanile aveva toccato il 45%, quando il 63% dei cittadini spagnoli vivevano con mille euro al mese o ancora meno; tutto questo mentre le grandi imprese raggiungevano profitti record e stipendi mai visti per i dirigenti delle stesse. Duecentocinquantamila famiglie sono sotto sfratto perché non riescono a pagare il mutuo, mentre la stessa banca che le lascia senza casa e con molti debiti ottiene, come premio, quasi due punti del PIL nei piani di salvataggio pubblico; la gente a questo punto scende in strada e prende parola.
I cittadini, con il motto “Non siamo merce nelle mani dei politici e dei bancheri”, non si vedono rappresentati da una classe politica permanentemente colpita da scandali di corruzione e che in una crisi sistemica come questa ragalano benefici alle banche e agli istituti finanziari, precarizzando sempre più la vita della maggior parte della popolazione.
La riforma delle pensioni, quella delle casse di risparmio, le riforme universitaria e quella dei contratti collettivi sono le cause che producono queste conseguenze. I tentativi di mobilitazione più recenti possiamo individuarli in due date: la prima è il 7 aprile, con la grande manifestazione convocata dalla piattaforma studentesca “Gioventù senza futuro”. Con lo slogan “Senza pensione, senza casa, senza lavoro, senza paura”, migliaia di giovani sono scesi in strada in differenti città spagnole per riavere indietro il futuro di una intera generazione che il Fondo Monetario Internazionale ha definito “una generazione perduta”.
La seconda data fondamentale è stata il 15 maggio, creata dalla rete sociale “Democrazia reale adesso”. La manifestazione convocata ha visto l’adesione di centinaia di collettivi; tra questi proprio la piattaforma studentesca “Gioventù senza futuro”. Una manifestazione di massa che è terminata a Madrid tra la repressione della polizia e l’arresto di 24 giovani manifestanti. Il giorno seguente, la Puerta del Sol, cosiddetta Kilometro Zero, ha cominciato a riempirsi di gente. Ogni giorno alle otto di sera le piazze spagnole hanno richiamato sempre più “indignati” (molti dei quali hanno dormito nelle piazze stesse); specialmente la Puerta del Sol di Madrid, rinominata dagli occupanti “Piazza della soluzione” o “La nostra Piazza Tahir” con riferimento alle rivoluzioni in nord Africa.
Sono le stesse motivazioni che hanno spinto sia le mobilitazioni europee di quest’anno (per esempio gli studenti di “Gioventù senza futuro” hanno come riferimento le rivolte italiane dello scorso autunno), sia quelle del mondo arabo che hanno ormai provocato un fortissimo effetto-contagio.
Tutti i settori che fino ad ora erano rimasti assopiti cominciano a risvegliarsi ed unirsi, confluendo in un movimento ampio ed eterogeneo. Gli studenti e i giovani senza futuro, i disoccupati, i precari, gli sfrattati. Tutti insieme ogni giorno per le strade, costruendo una nuova politica non assoggettata ai mercati. Ogni giorno più persone ricominciano a credere che “La rivoluzione è possibile”, con un altro modo di fare politica, e che uniti si può vincere. Sanno che c’è ancora molto lavoro davanti a loro: grazie alle commissioni create in ogni città il principale lavoro è la diffusione della protesta per aumentare il numero dei manifestanti.
Grazie alle grandi assemblee vengono portate avanti le rivendicazioni in maniera concreta, anche incontrando difficoltà dovute all’eterogeneità delle piazze; ma non hanno fretta, perché adesso sono loro che scandiscono il tempo, stabiliscono le linee guida per una classe politica sempre più spaventata.
La Giunta elettorale ha dichiarato illegale la manifestazione che “Gioventù senza futuro” vorrebbe indire sabato, il giorno prima delle elezioni (giorno del silenzio elettorale). Gli studenti si sono dichiarati “insorti” e partiranno domani (oggi n.d.T) dalla Puerta del Sol in corteo con lo slogan “Non c’è democrazia se governano i mercati” per bloccare la città. Intanto il vicepresidente del governo, Rubalcaba, ha dichiarato che “non ci sarà sgombero con la forza a meno che non abbiano luogo atti di violenza o altre infrazioni della legge”. Il governo sa che utilizzare la repressione in questo momento significa aumentare l’indignazione verso il proprio operato, che è una delle cause principali per la quale è cominciata la protesta.
Nessuno sa cosa succederà oggi e nei prossimi giorni, tuttavia è chiaro che la chiamata ad una “Spanish revolution” è sempre più forte, e gli occupanti non sembrano rassegnarsi, hanno ormai perduto ogni tipo di timore.
[traduzione dallo spagnolo di Dario Mavilia]