La Toscana si prepara ai Cie, Rifondazione si spacca
La Regione Toscana approva una mozione con cui dichiara al governo nazionale le proprie condizioni per la costruzione di un Cie, i centri di identificazione e espulsione previsti dal pacchetto sicurezza. E a sinistra si crea una nuova spaccatura. Il fatto è che la disponibilità della Regione, sancita in una mozione approvata lo scorso 9 giugno, vede il sostegno di Pd, Idv, Socialista e Federazione della sinistra rappresentata da Monica Sgherri. Scelta che provoca una spaccatura con una parte del Prc che si ribella mentre un ex assessore regionale, Eugenio Baronti, decide di non rinnovare la tessera dichiarando conclusa l’esperienza di Rifondazione.
La mozione approvata in Regione è il classico capolavoro di equilibrismo. Il testo, infatti, prende le distanze dai Cie e dalla politica di sicurezza del governo «impropria e non condivisibile» – , ribadisce il proprio attaccamento alla difesa dei diritti civili e umani sanciti dalla Costituzione e ricorda le violazioni avvenute in quei centri di cui sottolinea la particolare «inefficacia». Riserva infine alla Regione il diritto di contestare il governo ma alla fine si attesta su una ipotesi che si potrebbe definire di “riduzione del danno”. «Qualora vi fosse la richiesta del Governo Nazionale di attivare in Toscana un CIE» si conclude infatti la mozione, la Regione deve «garantire la doverosa collaborazione istituzionale proponendo un modello alternativo fondato su centri di piccola dimensione, gestiti in collaborazione con le associazioni del settore presenti sul territorio, con tempi di permanenza limitati, al fine di garantire l’integrazione e la regolarizzazione del soggiorno». Insomma, un modello di sinistra e alternativo di quanto invece si definisce sbagliato e contrario all’attuazione dei diritti umani.
Ed è a questa logica e a questa scelta precisa che si oppongono una cinquantina di dirigenti territoriali del Prc che in una lettera aperta annunciano la loro decisa contrarietà, l’opposizione alla legge. «Siamo impegnati da tempo, insieme a varie forze di movimento, contro la costruzione di un Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE), che più volte il Governo e le destre (anche in queste settimane con il Ministro Maroni) hanno tentato di realizzare in Toscana, senza finora riuscirvi» recita la lettera. «Per questo esprimiamo forte dissenso e contrarietà nei confronti della mozione approvata dalla maggioranza di centrosinistra in Consiglio Regionale» che, insistono i firmatari «rappresenta uno strappo ed un gravissimo arretramento rispetto alla opposizione finora manifestata dalla Regione Toscana, perché apre alla realizzazione dei CIE!» Tra i firmatari dirigenti riconosciuto di Rifondazione toscana come Sandro Targetti, Alidina Marchettini, Dario Salvetti, Riccardo Torregiani, Marco Checchi, com) della federazione fiorentina del Partito della Rifondazione Comunista.
Si spinge oltre, invece, Eugenio Baronti, assessore regionale nella precedente giunta Martini. che annuncia l’abbandono del Prc per dissensi di fondo, assoluta sfiducia nel progetto della Federazione della sinistra, «un guscio vuoto». «Penso che questa esperienza sia andata esaurendosi; la scommessa politica della rifondazione di un nuovo pensiero e di una nuova cultura politica comunista, all’altezza delle sfide di questo nuovo millennio, è sostanzialmente fallita, non c’e l’abbiamo fatta, prova ne sia che, a 19 anni di distanza, siamo stati addirittura cancellati dalla rappresentanza istituzionale nelle aule parlamentari. Sopravviviamo in maniera del tutto marginale in qualche consiglio regionale di qualche regione, provincia e comune, sopravviviamo appunto, che è cosa ben diversa da essere politicamente vivi e attivi».