La vittoria di Aprilia
Ad Aprilia uno strano intreccio di interessi tra multinazionali, Spa e politici senza scrupoli voleva fare dell’acqua di questa cittadina un grande business. La determinazione dei cittadini, del movimento per l’acqua pubblica non glielo ha permesso. Una battaglia nata qualche anno fa, nel 2005: bollette dalle tariffe impazzite, vigilantes privati pronti a staccare le utenze a chi si ribellava e tante assemblee pubbliche e manifestazioni. In quattro anni ormai sono settemila le famiglie che hanno deciso di versare i soldi al Comune e non alle casse di Acqualatina S.p.a.
Acqualatina, indicata dalla conferenza dei sindaci a gestire l’acquedotto in partnership con la multinazionale francese Veolia, aveva fatto ricorso anche al colosso Gerit Equitalia per recuperare qualche soldo. Nonostante questa ennesima prova di forza, sono tanti i ricorsi ormai vinti dai cittadini apriliani, tanti come gli assegni che ha dovuto firmare Acqualatina a risarcimento. Tutto questo perché nonostante il consiglio comunale non avesse mai firmato contratti con Acqua latina, la conferenza dei sindaci della provincia di Latina aveva deciso per tutti. Come dire privatizzazione non fa rima con democrazia! Ne sa qualcosa Armando Cusani, Presidente di centrodestra della Provincia di Latina, che nella conferenza dei sindaci ha da sempre difeso gli interessi di Acqualatina. Così come “mister 30000 preferenze”, il Senatore Fazzone, tra l’altro stretto alleato della neo presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. Il Sen.Fazzone, Pdl, indicato dal Riformista come «’ras’ di Fondi, dove il consiglio comunale si è dimesso dopo le inchieste sulla camorra» guarda caso è anche il presidente di Acqua latina. I suoi compensi, grazie al doppio incarico, di anno in anno sono arrivati alla ragguardevole cifra di oltre 450.000 euro! Le ombre su Acqualatina e su tutta la gestione della ATO4 del Lazio però non finiscono qui.
Nel 2006 Acqualatina per evitare un possibile fallimento ha chiesto un prestito di 115 milioni di euro dalla DepfA bank. Questa banca, con sede in Irlanda, ma di origini tedesche (era della Deutsche Bank quindi è una banca a sua volta “privatizzata”), specializzata nell’emissioni di obbligazioni dal nome sinistro (“perpetual bond”) nel 2007 è stata acquisita (per 5,7 miliardi di euro) da altra banca d’affari tedesca, la Hypo Real Estate Bank, attiva soprattutto nel settore immobiliare, che nel 2008 ha dichiarato di “essere senza liquidità” ed ha chiesto aiuto al governo tedesco. Per cui il rischio che anche la società Acqua latina si trovi a sua volta senza liquidità, con il conseguente pericolo di fallimento è stato da subito dal comitato per l’acqua pubblica di Aprilia. Acqualatina in caso di crisi potrebbe vedere subentrare quindi proproio Depfa, per le quote attualmente detenute dai privati (Veolia ad esempio) imponendo così ai “restanti” soci, cioè ai Comuni, di ripianare l’enorme debito. Non a caso la DEPFA è ormai nota alle cronache per gli scandali che l’hanno travolta per i suoi “prodotti finanziari derivati”. E’ dell’autunno scorso la notizia che il pubblico ministero Alfredo Robledo ha rinviato a giudizio 13 persone, 11 dirigenti bancari e 2 comunali, nonché le 4 banche Deutsche Bank, JP Morgan, Ubs e Depfa appunto, riguardo al bond da 1,7 miliardi di euro legato a contratti derivati, sottoscritto nel 2005 dal Comune di Milano. L’accusa è di truffa aggravata.
Oggi però questa storia potrebbe avere un improvviso lieto fine. Il 15 Aprile il presidente del consiglio comunale di Aprilia ha convocato le principali tre commissioni, con all’ordine del giorno «la riconsegna dell’impianto idrico comunale da parte di Acqualatina S.p.a.». Questo anche grazie ad una sentenza del Consiglio di Stato in cui vengono ribaditi tre concetti molto chiari: i cittadini hanno la piena legittimazione di chiamare in causa una multinazionale quando questa non rispetta i loro diritti fondamentali, l’acqua non è un bene qualsiasi, deve beneficiare di una tutela superiore e infine che i comuni hanno il pieno titolo di decidere autonomamente come gestire le proprie risorse idriche.
Acqualatina e Veolia al momento non hanno commentato la decisione del Comune di Aprilia.
Il Comune di Aprilia invece si prepara a riprendere la gestione degli acquedotti e delle fognature con il vantaggio che nei bilanci comunali ci sono più di un milione di euro. Euro versati dalle 7000 famiglie “ribelli”. Oggi possiamo dire che se quei soldi fossero finiti ad Acqualatina probabilmente sarebbero stati utilizzati per pagare i debiti con la banca Depfa. Veolia non mancherà di fare la voce grossa, ma al momento sono le mobilitazioni dei cittadini a riconfermare che si possono cambiare le cose.