L’arte dell’incontro
Possibilità o impossibilità dell’incontro. Come avviene un incontro? Come funziona? Quali reazioni scatena? Che conseguenze ha?
Dobbiamo intenderci sul senso che diamo alle parole: per «incontro» intendiamo l’incrocio inatteso dei tragitti, l’imprevedibile convergere degli sguardi e dei corpi, la miscela eterogenea che riempie contenitori in teoria destinati ad altro uso. Incontro è la creolizzazione delle culture, incontro è l’alleanza in una lotta tra soggetti che non avrebbero mai
pensato di ritrovarsi insieme, incontro è una comunità di lettori che «adotta» un libro e ne prolunga e fa vivere le parole e le storie. L’incontro è fecondo, generativo, fondativo; produce cooperazione sociale, convivialità, affinità tra diversi. L’incontro introduce una discontinuità, spezza una o più serie ripetitive di azioni, discorsi sempre uguali, stanche consuetudini personali e collettive, pulisce il carburatore della vita quotidiana e riavvia il motore, fa iniziare un nuovo ciclo.
Dopo il numero monografico seguito alla morte del nostro fondatore, direttore, compagno e amico Stefano Tassinari (1955 – 2012), siamo ripartiti da una delle caratteristiche che tutti gli hanno sempre riconosciuto: Stefano era un cultore dell’incontro, un facitore di incontri, non lasciava passare un giorno senza pensare un ipotetico connubio tra persone, percorsi, arti e discipline, e interrogarsi su come renderlo possibile e concreto, «per vedere l’effetto che fa», per vedere se si sarebbe prodotto un incontro. Se, nello sterminato repertorio delle frasi fatte, delle massime e dei detti popolari, dovessimo sceglierne uno che rappresenta l’eredità di Stefano, sceglieremmo questo: «Da cosa nasce cosa». Far nascere qualcosa.
Mettere insieme un musicista, uno scrittore e un fotografo; far confluire fantasia e sforzi dei più disparati individui nell’organizzazione di un’iniziativa, di un happening politico-letterario, di un piccolo festival, o del menabò di un numero di (Nuova rivista) Letteraria; trasformare, con la sola forza di una presenza significativa, l’ala di un hospice per malati terminali nel quartier generale di un raffazzonato eppure – incredibile dictu! – efficiente esercito di volontari, folla di scrittori, artisti, militanti politici, gente con arte o senz’arte ma senz’altro consapevole di stare da una parte (la parte giusta), che per due settimane bivacca, cazzeggia, suona la chitarra, commenta le elezioni, ride e patisce insieme, progetta scritti comuni e tiri mancini, si interroga sul morire, su quel che rimane dopo la morte, sul prepararsi a elaborare il lutto il
più collettivamente possibile.
Quello è stato il più improbabile degli incontri, nonché il padre di tutti i successivi re-incontri, come di una battaglia si dice che è «la madre di tutte le battaglie»: l’incontro che ha rifondato questa rivista. Ci siamo ritrovati a riflettere sulle alchimie del trovarsi e del far nascere qualcosa insieme, e abbiamo pensato: perché non fare un numero monografico sull’incontro e, come contraltare, sull’incontro mancato, il non-incontro, l’incontro che si sarebbe potuto produrre ma non si è prodotto? Incontro o non-incontro in letteratura, intorno alla letteratura, nella produzione e agitazione culturale, nella resistenza ai poteri costituiti, nella lotta politica, nei movimenti. Perché si produce o non si produce un incontro? Cosa lo favorisce, cosa lo impedisce?
Il quadro è «mosso» e molto variegato: si va dalle «riunioni del mercoledì» dell’Einaudi del periodo «classico» all’autogestione di case del popolo, dalle sezioni di partito d’antan ai movimenti sul territorio come i No Tav della Val di Susa e la Zone à defendre di Nantes, dal Bar Giamaica della Milano di Bianciardi alle odierne community on line, dalla rete di scrittori che sostenne Salman Rushdie negli anni della Fatwah a quella che in Italia ha impedito la messa al bando di libri e autori «scomodi» dalle biblioteche pubbliche del Veneto, dalle Madres de Plaza de Mayo alle occupazioni di teatri e spazi culturali dismessi e/o al centro di speculazioni urbanistiche, passando per i lavoratori che poterono formarsi grazie alla conquista
delle «150 ore».
Non è che una prima ricognizione, panoramica e sommaria, ma sufficiente a chiudere il numero pensando, per dirla con Sergio Endrigo e Vinicius de Moraes che la vita, amico, è l’arte dell’incontro, e da cosa nasce cosa, molto continua a nascere e crescere, il tran tran è spezzabile, le energie prorompono, anche l’anima precaria che il tardo capitalismo ci ha dato in sorte può trovare anime gemelle, per co-spirare, ovvero – come si diceva nel topico 1977 – per respirare insieme. Buona lettura.
Letteraria
Festival di Letteratura sociale
@ Communia – Spazio di Mutuo soccorso
(Ex Fonderie Bastianelli – Via dei sabelli 104, S.Lorenzo, Roma)
6,7 e 8 Giugno dalle 18 alle 24
il programma:
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Giovedì 6 giugno:
Ore 18.00: I luoghi dell’incontro culturale. Tavola rotonda sulle tracce dell’ultimo numero della rivista “Letteraria”:
Introduce: Communia Connection project
Intervengono: Wu Ming 1 (redazione “Letteraria”), Libreria Ex Cuemautogestita, Odei (Osservatorio editori indipendenti)
Ore 21.00: Oggetti narrativi non identificati. Dibattito sulle tracce del libro”Point Lenana” (Einaudi) di Wu Ming 1 e Roberto Santachiara.
Intervengono: Wu Ming 1 (autore), Tommaso De Lorenzis (autore de “L’aspra stagione”)
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Venerdì 7 giugno:
Ore 17.30 Raccontare storie per cambiare il mondo. Lezione di Wu Ming 1 sulle tracce del libro “Mitocrazia. Storytelling e immaginario della sinistra” (Alegre) di Yves Citton con prefazione di Wu Ming 1.
Ore 19.00 Raccontare il lavoro. Dibattito sulle tracce del libro “Il costo della vita” di Angelo Ferracuti (Einaudi).
Intervengono: Angelo Ferracuti (autore) Angelo Mastrandrea(giornalista de il manifesto) Riccardo De Gennaro (giornalista e scrittore)
Ore 22.00 “Carolyn”, spettacolo teatrale, tratto dal libro “D’altri tempi” (Alegre) di Stefano Tassinari. Regia, scena e costumi di Roberto Adriani. Voce uomo – Roberto Adriani, Voce donna – Barbara Onuspi, Chitarra – Tiziano Trivellato. Musiche – Brenda Lee (J’m Sorry). Durata piece: 60 minuti.
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Sabato 8 giugno
Ore 17.00 Lezione sul noir sociale di Carlo Lucarelli. Sulle tracce del libro “Il romanzo poliziesco. Una storia sociale” di Ernest Mandel (Alegre).
Ore 18.30 Raccontare gli anni Settanta. Dibattito e letture Marco Baliani
Ore 21.30 Reading musicale da la nuova edizione de “L’amore degli insorti” di Stefano Tassinari (Alegre) con musiche dei Tete de bois e letture diMarco Baliani, Carlo Lucarelli e Andrea Satta.