No Tav, la drammatica resistenza di Luca
Le notizie del 28 febbraio
CONDIZIONI ABBÀ STABILI, TRATTAMENTI ANCORA INTENSIVI – Sono stabili le condizioni di Luca Abbà, il leader No Tav folgorato e caduto da un traliccio, ieri mattina in Val Susa mentre erano in corso le operazioni per l’ampliamento del cantiere della linea ferroviaria Torino-Lione. «L’obiettivo – ha detto stamani Maurizio Berardino, direttore del pronto soccorso dell’ospedale Cto di Torino, dove Abbà è ricoverato – era che il quadro clinico non cambiasse molto e così è stato». Abbà viene però tuttora sottoposto a trattamenti medici intensivi. «La situazione delle ustioni – ha aggiunto Berardino – è stabile. Non vi sono edemi e neppure problemi agli arti. È stata disposta una risonanza magnetica a 48 ore dall’evento, dopo di che avremo un quadro più chiaro della situazione». Lo staff medico del Cto non esclude di sottoporre Abbà a dialisi, a scopo esclusivamente terapeutico. «Tuttavia – ha riferito Berardino – per ora il rene del paziente non presenta alcun segno di affaticamento». Per valutare gli eventuali danni permanenti, sarà necessario attendere un anno, mentre per le conseguenze immediate della folgorazione sarà necessario attendere ancora qualche giorno. «Se il quadro clinico rimarrà quello attuale – ha concluso Berardino – contiamo di svegliare Abbà, che è tuttora sedato, ragionevolmente nel fine settimana».
CANCELLIERI, DIALOGO E NO AD ESASPERAZIONI- L’incidente di ieri ad uno dei leader della protesta No Tav «è un fatto molto triste e grave, perchè tocca una giovane persona» ma «spero che questo non esasperi ancor di più gli animi: ci vuole riflessione, dialogo ed equilibrio». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. «Credo davvero – ha spiegato il ministro a margine di un’audizione alla commissione Antimafia – che ci voglia una forte riflessione e molto dialogo. Bisogna tenere conto anche delle scelte fatte in assoluta coscienza e attenzione. Occorre – ha aggiunto – riflettere sulla dinamica dell’accaduto e anche su quelli che sono gli interessi della nazione, occorre da parte di tutti grande sensibilità ed equilibrio».
FORZE ORDINE SI AVVICINANO A BLOCCO SU A32 – Una lunga colonna di mezzi della polizia e dei carabinieri sono arrivati sull’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, a poche centinaia di metri dal blocco No Tav, a Chianocco. Provengono da Torino ma altri mezzi sono in arrivo da monte. I No Tav, qualche centinaio, battono ritmicamente sui guard-rail con bastoni e pietre. Sulla zona da due ore volteggia un elicottero dei carabinieri. Il blocco dura da ormai 24 ore.
Getti d’acqua dagli idranti sono stati lanciati dalle forze dell’ordine in direzione dei blocchi dei No Tav sull’autostrada A32 Torino-Bardonecchia. I manifestanti sono indietreggiati e stanno lasciando il blocco, istituito nella giornata di ieri, ma restano sempre nelle vicinanze dell’autostrada. Nella zona sono giunti numerosi uomini delle forze dell’ordine e l’area è sorvolata.
INIZIATO SGOMBERO A32, TENSIONI TRA MANIFESTANTI E FORZE ORDINE – Tensioni sull’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, dove le forze dell’ordine stanno tentando di allontanare il centinaio di manifestanti ‘No Tav’ che occupano la carreggiata all’altezza di Chianocco, in direzione del confine francese. A quanto si apprende per allontanare i manifestanti la polizia sta utilizzando degli idranti, mentre i militanti hanno dato fuoco ad alcuni detriti e lanciano oggetti in direzione delle forze dell’ordine. Dalle prime informazioni non sembra che i due blocchi siano al momento venuti a contatto.
MANIFESTANTI A BRACCIA ALZATE DI FRONTE ALLA POLIZIA – Decine di manifestanti, quasi tutti a braccia alzate, si sono riavvicinati al tratto di autostrada A32 che avevano bloccato per 24 ore. Sono fronteggiati dalle forze dell’ordine ma al momento non ci sono incidenti. I No Tav cantano «La Val Susa paura non ne ha» e «A sarà dura», tradizionale grido di battaglia del movimento valsusino.
No tav folgorato dal traliccio
di Checchino Antonini
Lo aveva detto Manganelli, superpagato manager della polizia. Aveva detto che stava per scapparci il morto e i suoi sono quasi riusciti a trasformarlo profeta in patria. Luca Abbà, uno degli attivisti più noti e proprietario di uno dei terreni da espropiare, è gravissimo al Cto di Torino. E’ un contadino dell’Alta Valle. Difendeva la terra che gli dà da vivere.
E’ stato intorno alle 8: la polizia in assetto antisommossa è uscita dalle reti ed ha circondato la Baita Clarea intimando ai No Tav di andarsene. Volevano prendersi la Baita e occupare l’intera zona per avviare i lavori del tunnel geognostico propedeutico al temuto tunnel ferroviario. Sui siti mainstrem si dà la notizia con noncuranza: “E’ iniziato questa mattina all’alba l’allargamento del cantiere della Tav a Chiomonte. Sulla base di un’ordinanza del prefetto che ha disposto la procedura d’urgenza per l’allargamento del cantiere operai e forze e dell’ordine hanno iniziato ad ampliare il perimetro delle recinzioni verso i terreni dei privati. L’intera area del cantiere è da gennaio sito nazionale di interesse strategico”. L’“incidente” è un inciso in mezzo all’articolo.
Luca Abbà era salito su un traliccio dell’alta tensione, inseguito dai gloriosi “Cacciatori di Calabria”, una specie aggressiva di carabinieri, viene obbligato a salire più in alto, cade da una decina di metri dopo essere stato folgorato. Dopo 45 minuti non era ancora arrivato l’elisoccorso. La polizia impedisce ai compagni di Abbà avvicinarsi e crea difficoltà perfino a una dottoressa che prova a soccorrere Luca. «E’ stato colpito da elettricità a media tensione, muove le gambe, è cosciente e orientato, sospetta lesione interna con versamento, vasta emorragia interna, probabili fratture sterno e costole, ustioni di secondo grado», dicono dall’ospedale.
«Mi sono arrampicato sul traliccio dopo essere sfuggito ai controlli. La situazione è tranquilla e non vedo violenze. Sono riuscito a svicolare. Mi guardavano attoniti. Gliel’ho fatta sotto il naso un’altra volta», aveva detto Luca Abbà in un collegamento con Radio Blackout. Numerosi No Tav si stanno raccogliendo a Giaglione per dirigersi alla Baita. Da venerdì, i tutori dell’ordine si stavano raccogliendo negli alberghi e nelle caserme di Torino a della Val Susa.
Ieri sera si era svolta una riunione dei Comitati No Tav trasformatasi in una assemblea popolare. L’assemblea aveva ribadito la volontà di resistere all’occupazione e di mettersi di mezzo per contrastare l’imposizione violenta dell’occupazione prevista per domani. La polizia per timore della resistenza popolare ha anticipato l’attacco a questa mattina confermando l’approccio guerresco dell’intervento. In tarda mattinata sarebbe già stata interamente delimitata l’area di interesse strategico nazionale di ampliamento del cantiere della Maddalena. All’interno dell’area, spiega il bollettino di guerra, la polizia sarebbe «a tutela delle maestranze Ltf». Il Prefetto ha interdetto la circolazione di persone e mezzi, nell’area della Val Clarea, la strada comunale per Frazione San Rocco e quella per Frazione San Giovanni a Giuaglione mentre nel comune di Chiomonte via Roma, la strada provinciale 233 ed è vietato l’accesso a tutti i sentieri e alle aree prative e silvestri dei due comuni. «Sembra un film di guerra – racconta a ilmegafonoquotidiano Nicoletta Dosio – ma è una guerra impari. Loro hanno le armi e noi nulla!».
C’è un appuntamento alle 11,30 a Bussoleno mentre, in molte altre città italiane si stanno convocando presidi di “complicità” con la Valle che resiste e per denunciare il primo sacrificio umano in onore della dannosissima grande opera. Secondo il Legal team del movimento, l’esproprio dei terreni costituisce «una vera e propria emergenza democratica». Ltf si è presentata nuovamente soltanto con un’ordinanza prefettizia in palese violazione dell’articolo 2 del Testo unico di Pubblica sicurezza, che prescrive quella procedura soltanto in casi di estrema urgenza, che qui non vi sono. Immediato il ricorso al Tar del Piemonte.
Un altro ragazzo è salito sul traliccio da cui, un’ora e mezza fa, è caduto Luca Abbà. Il ragazzo si trova ora a dieci metri da terra. L’autostrada Torino-Bardonecchia, chiusa per mezzora tra Susa e Bardonecchia, è stata riaperta al transito. La Confederazione unitaria di base di Torino ha indetto uno sciopero generale provinciale per protestare contro l’esproprio dei terreni per l’ampliamento del cantiere della Tav in Val Susa.