Periferia, degrado, RUSPA! La serata che non è piaciuta a Lega e Casapound
Il 9 marzo, nella pienissima aula magna di un liceo bolzanino, tre autori Alegre (e giapsters) – Giuliano Santoro, Valerio Renzi e Wolf Bukowski – hanno parlato di «Periferia, Degrado, RUSPA!». Erano coordinati da Flavio Pintarelli, blogger (e giapster); la serata era promossa dall’associazione Dada Rose.
È stata l’occasione, come sentirete dire a Flavio nella registrazione, di posare uno sguardo esterno sull’ombelico Bolzano. Un ombelico di cui su queste pagine si è parlato più volte e in cui si annidano, quale lanugine:
1. l’enfatizzazione del degrado e l’ideologia del decoro (per questo è stato invitato Giuliano, autore di Al palo della morte);
2. il rinforzarsi reciproco di questa ideologia con un aggressivo progetto di «riqualificazione» della zona vicino alla stazione ferroviaria (di cui ha parlato Wolf nel reportage «Bolzano e barbarie» apparso su Internazionale);
3. il protagonismo leghista e fascista tanto nell’alimentare la prima quanto nel sostenere il secondo (dopo aver premesso, come da copione, di essere contro i centri commerciali… tranne quelli che contrastano il «degrado»), ed è per analizzarlo che è stato invitato Valerio, autore de La politica della ruspa).
Che Dada Rose abbia colto nel segno è dimostrato dal nervosismo delle reazioni e, ancor più, dalla grande partecipazione alla serata.
Nei giorni precedenti, un leghista segnala il manifesto alla Digos affermando di riconoscersi nella figura con l’icona no-wifi.
In seguito, la sovrintendente scolastica provinciale lamenta l’inopportunità di «ospitare un evento simile in un istituto importante come il liceo classico», ma il preside conferma la disponibilità della sala.
Da parte sua, Casa Pound accusa i promotori di essere della stessa parte politica di chi ha «intrappolato la città in un vortice di degrado».
Ma la trovata più divertente è quella di un giornalista bolzanino che su FB, per sfottere relatori e organizzatori, li nomina «Accademia della Ruspa».
E allora va bene, Accademia della Ruspa sia. Un’accademia che scavi alla radice delle parole degrado e decoro e ne disveli, come dirà Giuliano all’inizio del suo primo intervento, le radici nel gergo militare: de-gradare e decorare. E, ancora, il successivo iscriversi di degrado e decoro nel vocabolario della destra fascioleghista, e infine il loro prender parte al banchetto che il capitale sta facendo delle nostre città. I rumori e le riflessioni dello scavo li trovate qui sotto, in formato audio.
(link al file adio, clicca qui)
Indice della registrazione
Min. 0 [Flavio poi Giuliano]: Un sacco bello di Carlo Verdone e il titolo Al palo della morte – Le frontiere arbitrarie nelle città: Tor Pignattara e il Pigneto – De-grado e decoro: perdere gradi rispetto a un (fantomatico) passato, riconquistarli in una (presunta) guerra in corso – La fine della mediazione politica, il ruolo delle forze dell’ordine – Il degrado e il decoro avanzano sempre quando nelle nostre città si riducono gli spazi comuni – L’amministrazione della città come quella di un condominio: tutelare i pianerottoli e far valere i propri “millesimi” – Il decoro è stabilire che un codice culturale deve prevalere sugli altri (non si mangia all’aperto, non si fanno capannelli…) mortificando gli spazi di confronto – La gentrification investe i quartieri popolari, ne sterilizza le culture per poi utilizzarle come carattere del luogo, motivo d’attrazione per chi deve comprare.
Min 11′ [Flavio poi Valerio]: Decoro e degrado nel vocabolario della destra – Non solo comunicazione politica, ma strumento di mobilitazione e di creazione di consenso – A volte è la destra politica ad animare direttamente i comitati, a volte li strumentalizza – L’app anti-degrado – Il fenomeno “Retake” e la deresponsabilizzazione dell’amministrazione – I problemi non si risolvono ma si trasformano i cittadini in vigili urbani o in netturbini non retribuiti – La Ruspa di Salvini è sia fisica sia metaforica e serve a rimuovere ciò che la destra definisce scarto – Lo smartphone dei migranti e altri luoghi comuni – L’abbandono dell’impresentabile razzismo biologico e la sua sostituzione con la retorica dell’assedio e dell’impossibilità della convivenza – Il paradosso del Front National difensore della laicità dello stato – La creazione di slogan che parlano alla famosa “pancia del paese” – La teoria complottista della “sostituzione dei popoli” che Salvini propone in prima serata senza essere contraddetto.
Min 26′ [Flavio:] Sicurezza, degrado, decoro non sono parole neutre ma attivano dei frame discorsivi Negli ultimi anni si torna a parlare di Bolzano anche fuori da Bolzano, e non solo di turismo – [Wolf:] Perché il reportage da Bolzano Farinetti e l’utilizzo del cibo come grimaldello per la trasformazione delle città – L’italianità promossa con il cibo non è innocua: come ogni narrazione nazionale crea dei nemici, dei “barbari” – La tipicità di Farinetti e l’omologazione della Grande Distribuzione – La doppia valenza del cibo: elemento di comunicazione e apertura ma anche identitario: «qui si mangia carne di maiale e si beve vino, se non vi va bene tornatevene a casa vostra» – Gli alimentari aperti dai migranti come elemento di novità e vitalità, ma anche i negozi di kebab come portatori di “degrado” – Il lato oscuro della filiera alimentare: caporalato e morti sul lavoro – La riscrittura delle città attorno al profitto delle grandi catene commerciali e distributive.
Min 42′ [Flavio:] Come i nostri spazi pubblici si configurano, come si struttura il rapporto tra centro e periferia – [Giuliano:] Le “città globali” di Saskia Sassen e Roma: lo svuotamento del centro e le periferie ad accesso differenziato al centro – La riduzione dei servizi di trasporto tra gli anelli della città – Il piano regolatore di Veltroni coerente con questi processi – I mondiali del 1990 e l’occupazione della Pantanella – Al posto della Pantanella oggi una sala Bingo e immobili di pregio – Come i giornali di allora descrivono la Pantanella: Monumento al degrado, Porcile, Hotel disperati e diseredati… – Tor Pignattara è stata ripopolata e resa più sicura dai negozietti gestiti da migranti – La app «Bangla di Roma» e la Peroni da 66 cl. – Non cadere nelle letture ingenue – “Valorizzazione” della città e “valorizzazione” del cibo.
Min 54′ [Wolf:] Farinetti, Berlusconi e una stessa ricetta per Roma: la Tolleranza Zero di Rudolph Giuliani – Pulire «non solo dalla spazzatura» – Il caso LIDL di Tor Pignattara e quello Kaufhaus di Bolzano: quando gli interessi economici sono importanti il rispetto per le procedure sembra passare in secondo piano – La legalità vale solo nei confronti dei deboli?
Min 58′ [Flavio:] Le “emergenze” e la costruzione della paura. La classifica delle città per qualità della vita e la posizione di Bolzano: ci manca la sicurezza? [Valerio:] La percezione indotta e ingiustificata del pericolo – I fatti di cronaca, le statistiche e la necessità di leggerli in maniera approfondita – Le rivolte contro i centri d’accoglienza e la difesa dello “spazio proprietario” – Gli anticorpi dal basso – “Storia”, “identità” e “tradizione” come perpetue, “già date”, e come pretesto per muovere guerra agli ultimi nelle nostre città.
Min 72′ [Flavio invita Giuliano a leggere le prime pagine di Al palo della morte. Giuliano legge.]
*Fonte: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=24480#more-24480