Ricatto Marchionne
Marchionne stringe i tempi per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco: «Il protrarsi della trattativa con i sindacati ha già provocato lo slittamento degli investimenti necessari per l’avvio della produzione. In assenza di un’intesa, martedì prossimo, che offra adeguate garanzie, potrebbe diventare inevitabile riconsiderare il progetto per la produzione della futura Panda». Oltre la flessibilità Fiat chiede la possibilità di derogare il contratto nazionale. Così verrebbe limitato il diritto di sciopero e verrebbero pagati solo i primi tre giorni di malattia. La Cgil avverte: la Fiat vuole il tavolo separato.
«Per Pomigliano speriamo di trovare un accordo, ma lo sforzo lo devono fare tutti, le nostre richieste non sono niente di straordinario» ha detto ieri l’ad della Fiat Sergio Marchionne. «Se l’accordo si trova partiamo con la produzione nel 2011. Se no, la andiamo a fare altrove» ha proseguito il capo del Lingotto riferendosi alla Panda la cui produzione dalla Polonia verrebbe affidata a Pomigliano. Per colui che dal panorama politico viene considerato il salvatore della produzione automobilistica italiana tutti devono fare uno «sforzo». «Stiamo ancora vivendo in un mondo che non esiste più realmente: vediamo un pò di riconciliare i principi del passato con il presente», aggiunge Marchionne. Questo è un mercato e un industria, spiega l’ad, «che cambierà nei prossimi 20 anni». Nel caso non si trovasse l’accordo con i sindacari minaccia Marchionne «la Panda andiamo a farlo altrove. La macchina è da farsi non abbiamo scelta. La scelta deve essere condivisa con i sindacati, andiamo a domandare agli operai di Pomigliano se vogliono lavorare o meno».
Lavoro in cambio di diritti
A Pomigliano verrebbero prodotto 250mila auto anno per ritmi di produzione che lo stabilimento non ha mai visto prima. Dai due turni precedenti per ogni giorno lavorativo si passerebbe a tre per una linea produttiva in funzione 24 ore. L’indotto sarà chiamato a una profonda metamorfosi strutturale. Prima lo stabilimento campano produceva auto di grossa cilindrata. Domani produrrà una utilitaria. Il nodo della questione riguarda la richiesta di deroga che pretende Fiat rispetto il contratto nazionale. La missione produttiva è vincolata alla possibilità di derogare i contratti nazionali. Questo porterebbe a un peggioramento delle condizioni di lavoro e a una profonda limitazione del diritto di sciopero. Fiat prevede anche sanzioni che limitino i diritti dei lavoratori al pagamento dei primi tre giorni di malattia.
Bonanni: Fare accordi con chi ci sta
«Se è vero che per Fiat i tempi stanno per scadere, io dico: non perdiamo questa occasione, facciamo un accordo con chi ci sta. E tanti saluti agli altri» dichiara il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. «In un momento come questo c’è la maggiore azienda italiana che, mentre altre delocalizzano, decide di investire 20 miliardi in 5 anni a Pomigliano, portando lì un prodotto di punta della casa, come la Panda, che prima si faceva in Polonia. E noi che cosa rispondiamo…?».