Vendola “annacqua” l’acqua pubblica
Non è bastato il sit-in organizzato il 28 dicembre scorso davanti al Consiglio Regionale dal Comitato pugliese “Acqua bene comune” a rendere finalmente Legge regionale il Ddl che trasforma l’Acquedotto pugliese da S.p.A. in “azienda di diritto pubblico”. Ormai sono trascorsi più del doppio rispetto ai 100 giorni entro i quali Vendola e tutto il centro sinistra avevano promesso in campagna elettorale che si sarebbe ripubblicizzato l’Acquedotto più grande d’Europa e il terzo nel mondo.
Dopo l’ennesima promessa a margine della protesta, in cui la Giunta regionale aveva garantito l’immediata approvazione della Legge, qualche giorno fa l’Assessore competente ha comunicato al Comitato pugliese, senza renderlo pubblico, la volontà di introdurre degli emendamenti che inciderebbero fortemente sull’efficacia del testo approvato dalla Giunta stessa più di un anno fa. Si tratta di modifiche che “annacquano” i principi che finora hanno guidato il percorso di ripubblicizzazione: organismo di diritto pubblico, gestione partecipata con cittadini e lavoratori, servizio minimo garantito a tutti ed esclusione del profitto da parte dei privati in qualsiasi ambito di gestione.
Infatti gli emendamenti renderebbero sì l’Acquedotto pugliese un’azienda pubblica, ma la svuoterebbero di tutte quelle funzioni che sono il cuore operativo, economico, gestionale, quali i servizi di manutenzione, di fognatura, di distribuzione, appannaggio di aziende private.
Ancora una volta i buoni propositi manifestati negli interventi televisivi, pubblici e durante la campagna elettorale sembrano essere superati dagli interessi di grandi aziende strettamente legate ai partiti che direttamente o indirettamente sorreggono il centro sinistra pugliese. Non è una novità che per Caltagirone e la Sorgenia della Marcegaglia l’Aqp pugliese sia una fonte di profitti a costo zero.
A poche settimane dall’inizio della campagna referendaria per impedire la privatizzazione dell’acqua, Vendola con tutto il suo staff di consiglieri politici, che ben conoscono i movimenti, le loro virtù e i loro punti deboli, continuano a nascondere le loro reali intenzioni.
Tutto ciò a discapito dei cittadini e delle cittadine che lo hanno votato, anche perché Vendola stesso si era speso in prima persona per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese. Tutto a vantaggio invece di chi ha interesse che l’acqua rimanga nelle mani dei privati, delle multinazionali, di chi fa dei “beni comuni” delle merci per appropriarsene gratuitamente per poi utilizzarle, degradarle per i fare profitti e conservare rendite.
Anche e soprattutto per questo il Comitato pugliese “Acqua bene Comune” il 28 gennaio scenderà in piazza a Bari con i lavoratori, gli studenti, i vari settori sociali in mobilitazione a sostegno della battaglia per la difesa dei diritti e del lavoro con lo slogan: “Si scrive Acqua, Lavoro e Diritti! Si legge Democrazia!”