Verona, il circolo Pink batte Libero
È finalmente giunto a conclusione il procedimento, che ha visto imputati la giornalista Cristiana Lodi e l’ex direttore responsabile del quotidiano “Libero”, Alessandro Sallusti, denunciati dal Circolo Pink, a seguito di un articolo offensivo e diffamatorio pubblicato da “Libero” nell’agosto del 2003.
Nei giorni scorsi si è arrivati, con la mediazione dei legali (per il Circolo l’avvocato Stefano Zanini di Verona e Mirko Mazzali di Milano), ad un accordo, secondo il quale il quotidiano avrebbe versato 15.000 euro all’associazione veronese, la quale dal canto suo avrebbe ritirato la querela. All’accordo sono seguiti i fatti.
Un risultato che il Circolo Pink, impegnato da venticinque anni sul territorio sia in attività di prevenzione, accoglienza e sostegno che in progetti culturali antidiscriminatori per l’accesso ai diritti di cittadinanza, ritiene importante dal punto di vista economico – per la sopravvivenza dell’associazione, che è autofinanziata – ma soprattutto dal punto di vista simbolico e politico. Nessuno potrà più permettersi di accostare impunemente le associazioni o le persone glbt all’odioso comportamento, che è anche un reato, denominato pedofilia.
La storia
La vicenda risale all’agosto del 2003, quando a Verona viene annunciata la visita del presidente Silvio Berlusconi, che avrebbe dovuto (tra l’altro) presenziare ad una rappresentazione areniana.
Le manifestazioni di dissenso vennero organizzate e pubblicizzate per tempo, tanto che il presidente rinunciò all’opera in Arena, per timore del popolo dei fischietti. Venne comunque il giorno successivo, ad incontrare il cancelliere tedesco Schröeder e girò per la città, circondato da una folla di giornalisti e cineoperatori.
In quell’occasione il presidente del Circolo Pink Gianni Zardini ricevette una telefonata da una giornalista, che si presentò come Anna Benedini de “La Voce di Mantova”. La giornalista chiese un’intervista, che le fu concessa, sulle iniziative di protesta per l’arrivo di Berlusconi, visto che il Circolo Pink figurava tra i promotori.
Il giorno successivo, 22 agosto 2003 esce, sul quotidiano “Libero”, un lungo articolo a firma di Cristiana Lodi, in cui il Circolo Pink viene definito “calderone di lesbiche, gay, transessuali ma anche circolo con un occhio di riguardo ai pedofili. La scritta all’ingresso di via Scrimiari numero 7 (fatta con il pennarello nera, proprio a cento metri da un asilo infantile) lo spiega bene: ‘I gay, gli omosessuali, i pedofili, le lesbiche sanno arrangiarsi. Evviva’”. La scritta, riportata tra l’altro in maniera inesatta, realizzata con un pennarello nero su uno degli scalini che portano all’entrata della sede del Circolo, era ed è rimasta di mano ignota.
Poiché risultava e risulta evidente, come del resto hanno sottolineato più volte i magistrati del tribunale di Monza che hanno seguito il procedimento, che l’articolo intendeva non solo offendere i soci e le socie del Circolo ma “in generare – la citazione è ricavata dalla richiesta di rinvio a giudizio – nel lettore, attraverso le predette frasi e le modalità con cui è stato redatto l’articolo, la convinzione che il Circolo Pink abbia inclinazioni pedofile ed “un occhio di riguardo” verso i pedofili stessi”, il Circolo sporse querela per diffamazione verso la giornalista e l’allora direttore di “Libero”. Il rinvio a giudizio dei due imputati, in data 9 aprile 2008, diede inizio ad una serie di udienze, culminate con l’accordo di cui sopra, il ritiro della querela e il versamento della somma fissata a titolo di risarcimento.
Dal canto suo, il direttore del quotidiano di Mantova, contattato per avere notizie sulla giornalista Anna Benedini, negava che vi fosse alcuna Anna Benedini fra i propri cronisti. Conosceva invece la sig.ra Lodi come una collaboratrice occasionale del quotidiano, peraltro non inviata a Verona poiché “La Voce di Mantova” non si occupa di fatti al di fuori della provincia.