Insorgiamo, un diario per lottare giorno per giorno – Maria Teresa Olivieri da Avanti online
I tempi cambiano, i padroni restano. Il riscatto sociale della classe operaia è ancora una chimera, lo vediamo ogni giorno con i morti sul lavoro, lo abbiamo visto con i licenziamenti della Gkn via mail dei 422 tra lavoratori e lavoratrici che inaspettatamente, da un giorno all’altro, si sono ritrovati per strada.
Per questo la casa editrice Alegre ha deciso di pubblicare “Insorgiamo. Diario collettivo di una lotta operaia (e non solo)”. Un diario, appunto, che tiene il punto quotidiano di sei mesi di lotta e scioperi del “Collettivo di fabbrica Gkn”.
Lo scopo del Diario è ricordare che si può cambiare solo se lo si fa tutti insieme. “Noi vinciamo se tutti noi, con i nostri limiti, i nostri pesi differenti, cessiamo di essere minoritari. Perché il problema di questa lotta non è venire a dire, per esempio con un volantino, che ci vuole la nazionalizzazione e che lo sblocco dei licenziamenti è stata una sciagura e andare a reclamare le dimissioni di questo o quello… noi siamo già un passo avanti a tutto questo. Questo appartiene al nostro passato. Ora abbiamo un futuro e un presente da giocare. E questo presente e futuro si gioca oggi, si gioca dandoci una mano a sviluppare la lotta, trasformandola in una leva per cambiare i rapporti di forza nel Paese” (Pag. 23).
Il Collettivo di Firenze non ha solo lo scopo di portare avanti la vertenza sindacale, ma di unire le lotte di tutti quelli che si sentono sfruttati sul mondo del lavoro ed emarginati da un’economia che mette all’angolo i più deboli. La denuncia che viene fatta su queste pagine di diario non riguarda solo i morti sul lavoro per mancanza di sicurezza, ma anche l’altro versante della stessa ‘sicurezza’ quella che riguarda la parte dei ‘padroni’ e la loro mano forte contro chi prova a ribellarsi, come le aggressioni degli addetti alla Sicurezza o l’indiffreneza delle Forze dell’Ordine.
“Il punto è semplice: senza una reazione generalizzata e una presa di consapevolezza da parte del movimento dei lavoratori e una capacità di ‘mostrare i muscoli’ con la mobilitazione, questo squadrismo non cesserà. Aumenterà. E conteremo altri feriti e altri morti. Guardiamoci negli occhi e ripetiamocelo: senza una risposta di lotta generalizzata e costante, conteremo altri feriti e altri morti”. (pag. 66).
Ma il collettivo fa anche il punto già a Novembre su Gkn e la possibilità di una svolta e mette in guardia contro i soliti ricatti della parte dominante. Per combatterla il solo aiuto possibile è quello dello Stato, e quindi del Governo che è tenuto a difendere e a rappresentare i più deboli. “Senza misure da parte del Governo, quindi non saremo chiamati a una trattativa ma a una trappola. Una trappola in cui la firma dell’ammortizzatore e le promesse dell’arrivo di improbabili compratori saranno usati come una clava, prima per ricattarci e poi per portarci alla lenta agonia”. (pag. 77).
Ma il diario annota anche a Dicembre (il 6) come lo sciopero sia ancora il solo strumento per rivendicare i propri diritti, ma non fa sconti a nessuno, nemmeno ai sindacati che alla fine hanno proclamato lo sciopero Cgil e Uil, ma che hanno perso tempo dietro alla Cisl, evitando di prendere una posizione netta, quella giusta, sin dal principio.
Il Diario è in divenire, come tutte le lotte, come ogni rivendicazione, porta all’apice la cronistoria di come si è arrivati alla vertenza, di come l’autogestione di una fabbrica possa essere possibile, nonostante le narrazioni fuorvianti. È ancora e soprattutto vuole essere di contrasto a tutto lo storytelling che fa della lotta di classe e della stesa classe operaia qualcosa di superato e inesistente. Gli operai esistono, la classe operaia anche, la lotta di classe è in divenire.