Bianzino, il gip si riserva di decidere sull’archiviazione
Il gip di Perugia Massimo Ricciarelli si è riservato oggi di decidere sulla richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio a carico di ignoti avanzata dal pubblico ministero Giuseppe Petrazzini per la morte di Aldo Bianzino, il falegname arrestato il 12 ottobre dell’anno scorso per la coltivazione di alcune piante di canapa indiana e morto nel carcere di Perugia due giorni dopo. All’archiviazione si sono opposti i familiari di Bianzino, i genitori Giuseppe e Maura, rappresentati dall’avvocato Massimo Zaganelli, e la prima moglie, Gioia Tognolo, rappresentata dagli avvocati Cristina Di Natale e Donatella Donati. Il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo ritenendo la morte di Aldo Bianzino legata a un aneurisma cerebrale. Per gli stessi fatti il gup di Perugia, il 25 novembre scorso, ha rinviato a giudizio per i reati di omissione di soccorso, omissione di atti di ufficio e falso, l’agente della polizia penitenziaria in servizio nel carcere del capoluogo umbro la notte in cui Bianzino morì. Il processo a suo carico comincerà il 28 giugno prossimo. In particolare l’agente della penitenziaria è accusato di non avere chiamato la guardia medica nonostante le «ripetute» richieste di soccorso di Bianzino. L’imputato – difeso dall’avvocata Daniela Paccoi – ha sempre rivendicato la correttezza del proprio comportamento. Durante l’udienza di stamani, durata circa mezz’ora, un centinaio di persone hanno manifestato con cartelli e bandiere davanti a palazzo di giustizia per chiedere che il fascicolo per omicidio a carico di ignoti non venga archiviato. Erano presenti anche la parlamentare radicale Emma Bonino e Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano Cucchi, il giovane arrestato il 16 ottobre e morto all’ospedale Pertini di Roma dove era stato trasferito dal carcere di Regina coeli. Con loro anche il figlio di Aldo Bianzino, Rudra, 16 anni. «Mi aspetto giustizia e verità» ha detto il giovane parlando con i giornalisti. Tra i manifestanti il Comitato “Verità e Giustizia per Aldo”, alcuni rappresentanti dei Radicali e dell’Associazione contro le mafie Libera.