Da Cecina a Latina un corridoio di lotte in difesa del territorio
Sono 335 i chilometri che separano Cecina da Latina. Percorrerli, oggi, significa impiegarci almeno 4 ore e mezza. Un’enormità, soprattutto a causa dello stato in cui versano due tratti di strada che sommati fanno oltre la metà del percorso: la via Aurelia da Cecina fino a Civitavecchia e la Statale Pontina da Roma a Latina. Incroci a raso, due corsie di marcia molto strette (in alcuni punti superare un camion è impresa da Fisichella) e, soprattutto, niente corsia d’emergenza, in particolare sulla Pontina. Per non parlare di curve cieche e guard rail (quando ci sono) che invadono la corsia di sorpasso. Da anni i comitati di cittadini chiedono che lungo il Corridoio Tirrenico venga fatta un’importante opera di adeguamento stradale, con la messa in sicurezza della via Aurelia e della Pontina, arterie trafficate d’estate e nei week end da migliaia di turisti ma, quotidianamente, dai soliti, sfortunati pendolari. Per non parlare del sistema di collegamento su ferro: limitiamoci a dire come questo sia semplicemente assente.
Cura del ferro e messa in sicurezza. Ricapitolando sono queste le richieste dei cittadini. Cementificazione e autostrada. Queste le risposte (speculative) delle amministrazioni, governi locali e nazionali non c’è differenza. Così, da circa venti anni, per migliorare i collegamenti tra Cecina, Livorno, Civitavecchia, Roma e Latina si parla sempre e solo di autostrada, un pezzo di quella “grande opera” chiamata Grande Raccordo Anulare del Lazio.
Già, perché l’obiettivo di tutte le parti chiamate in causa (da Autostrade Spa a Trenitalia Spa) è quello di creare un recinto autostradale intorno a Roma che consenta, da un lato, di trasferire quei pendolari imperterriti nell’usare i treni regionali a bordo delle automobili, dall’altro di eliminare quel fastidioso 6% di trasporto merci che resta sui binari, poco remunerativo, per lasciare alla Tav tutto il ferro.
Ma percorrendo quello che potrebbe essere in futuro il devastante Corridoio Intermodale Nord-Sud Cecina-Latina, oltre 2,5 miliardi di euro il costo, si attraversano tutta una serie si speculazioni che, anche se apparentemente indipendenti, sono strettamente collegate all’autostrada. Partiamo da Cecina alla volta di Latina, due cittadine che, secondo lorsignori, dovranno quindi essere collegate da un’autostrada contro la quale si sta battendo, fin dal 1990, il Comitato No Corridoio. Obiettivo: difendere la devastazione di ampia parte della Maremma (nel tratto nord) e dell’agro Pontino (nel tratto sud).
Percorriamo 36 chilometri e arriviamo a San Vincenzo. Qui, secondo il progetto di un’enorme speculazione (finanziaria, turistica, edilizia, etc…), dovrebbe essere realizzata una superstrada che colleghi questo piccolo comune di 6 mila abitanti con Sovicille, ameno borgo a pochi chilometri da Siena. Perché qui, in piena campagna senese, Monte Paschi Siena, il fondo internazionale di investimento Galaxy e costruttori hanno come obiettivo quello di ampliare l’aeroporto di Ampugnano e di aprirlo al traffico dei vettori low cost. Contro questo scalo si è creato tre anni fa il HYPERLINK “http://www.comitatoampugnano.it” Comitato No Ampugnano che sta lottando strenuamente per difendere una delle venti aree più rappresentative per la tutela della biodiversità dell’ecoregione mediterranea.
Riprendiamo la via Aurelia e al chilometro 101 del nostro viaggio attraversiamo Grosseto. Siamo in piena zona natia di Altero Matteoli che, da buon Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, vorrebbe assecondare i languori dei poteri forti cittadini e ampliare l’aeroporto di Grosseto per quello che potrebbe diventare un derby tutto toscano: Siena o Grosseto? Magari entrambi…
Ma qui ancora si viaggia nell’ambito delle ipotesi e delle idee. Proseguiamo. E arriviamo, dopo 175 chilometri di viaggio, a Montalto di Castro. Qui la partita si chiama Centrale Enel ma la prossima gara è quella relativa al nucleare e gli avversari della speculazione sono le decine di HYPERLINK “http://www.nonucleare.it” comitati in tutta Italia che si stanno battendo contro tutto ciò, comprese le maggiori associazioni ambientaliste.
Rimettiamoci in macchina, ma stavolta per pochissimo tempo perché al chilometro 192 c’è Tarquinia. In quest’aerea ci soffermeremo un po’ visto che, nel raggio di 45 km, c’è tutto.
Ma andiamo per ordine. Questa è la zona del HYPERLINK “http://www.nocoke.org/altolazio” movimento No Coke Alto Lazio che da Civitavecchia a Tarquinia, passando per Tolfa e Allumiere, si batte contro la centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord. Carbone. Qui siamo indietro di venti anni, ma questo è il volere di Enel e nessuno osa mettere in discussione ciò che vuole la multinazionale italiana dell’energia. Che poi qui già si muoia di tumore in percentuali doppie rispetto alla media nazionale e che le agricolture saranno condannate a morte con la totale apertura della centrale è cosa che non interessa le amministrazioni comunali che vivono, qui, di “compensazioni”. Milioni di euro che ogni anno Enel elargisce ai comuni dell’Alto Lazio per “risarcire” dell’inquinamento prodotto.
Ma ormai questa zona è condannata a morte. Così devono aver pensato quei geni che hanno deciso di ampliare ed aprire ai vettori low cost l’aeroporto di Viterbo. Sviluppo. Occupazione. Rilancio dell’economia. Queste le belle parole che dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione hanno, per poco tempo, convinto la popolazione dell’utilità di “prendersi” i 200 voli giornalieri di Ciampino, eventualità contro cui si batte, in piena solidarietà con i viterbesi, l’ HYPERLINK “http://www.no-fly.info” Assemblea Permanente No Fly di Ciampino. Purtroppo per i poteri forti, l’intervento del HYPERLINK “http://www.coipiediperterra.org” Comitato di opposizione al mega-aeroporto e per la riduzione del traffico aereo ha mobilitato una parte di città che si ritrova ora spaccata a metà tra chi vorrebbe la realizzazione dello scalo e chi invece ha messo davanti ai soldi provenienti dai turisti “atterra e fuggi” verso Roma la tutela dell’area del Bullicame, un tempo cantata da Dante Alighieri nella Divina Commedia e che ora rischia di essere ricoperta da quella lunga striscia di asfalto che è la pista di atterraggio.
Per servire l’aeroporto e collegare Viterbo con il porto di Civitavecchia è già in costruzione la superstada Orte-Civitavecchia, un’altra arteria utile al traffico ma devastante per ambiente, agricoltura e salute.
Sempre a Tarquinia la rete locale del movimento HYPERLINK “http://www.nocoketarquinia.splinder.com” No Coke, fra i quali il HYPERLINK “http://cittadiniliberi.blogspot.com” Comitato Cittadini Liberi, si stanno battendo contro la decisione del sindaco Mazzola di autorizzare la costruzione di un cementificio, considerato uno degli insediamenti industriali più inquinanti in assoluto, mentre la gente di Allumiere ha iniziato una strenua resistenza contro l’eventualità, paventata dalla Regione Lazio, di aprire una discarica che compensi le cubature della chiusura del sito di Malagrotta.
Ora possiamo risalire in macchina alla volta di Maccarese, chilometro 257 del nostro viaggio. Qui la vertenza si chiama quarta pista dell’aeroporto di Fiumicino e la difesa cittadina ha il nome di HYPERLINK “http://comitatofuoripista.blogspot.com” Comitato Fuoripista. Nel silenzio mediatico più assoluto, per rilanciare il primo scalo romano e aumentare i volumi di traffico aereo, si sta lavorando alla cementificazione della tenuta di Maccarese per far posto, oltre che alla pista di atterraggio (o meglio, le piste visto che nel progetto ce n’è anche una quinta e una sesta), a terminal e, perché no, a strutture ricettive. Il tutto su un terreno, quello della Maccarese Spa, oggi lavorato da agricoltori ma di proprietà casualmente del Gruppo Benetton, guarda caso voce (e quota) grossa nella Compagnia Aerea Italiana e in Aeroporti di Roma.
Benvenuti a Roma. Una volta abbandonata la Roma-Fiumicino, attraversando quartieri costruiti intorno a centri commerciali quali Parco Leonardo e rimanendo “incantati” dalla nuova Fiera di Roma, costruita proprio accanto al Centro di Identificazione ed Espulsione (Cie) di Ponte Galeria, imbocchiamo il Gra. Solo tre uscite e siamo sulla Pontina, altezza Tor De’ Cenci. Da qui a Latina è il fulcro della protesta del HYPERLINK “http://quartiereroma12.blogspot.com” Comitato No Corridoio che si batte non solo contro la Roma-Latina ma anche contro la Bretella autostradale che collegherebbe Cisterna con Valmontone, cioè la nuova “grande opera” Pontina con l’A1 Roma-Napoli. Ma soprattutto collegherebbe le due zone di Outlet già esistenti (Castel Romano e Valmontone) e di parchi tematici in costruzione (Cinecittà World e Rainbow Magicland), luoghi di attrazione turistica che “compenserebbero” le economie locali dalla scomparsa dei marchi Dop, Doc e Igt che saluterebbero le campagne pontine.
Lungo la Roma-Latina, dal chilometro 300 del nostro viaggio, all’altezza di Pomezia si inizierebbe a respirare la malsana aria proveniente da Albano dove Manlio Cerroni, il “re” della mondezza romana, sta per aprire i cantieri per la realizzazione dell’ennesimo inceneritore. Una partita ancora aperta, con da una parte, al fianco di Cerroni, la Regione Lazio che continua ad autorizzare anche l’inautorizzabile e ad incentrare tutto il Piano Rifiuti secondo la logica dell’incenerimento, dall’altra il HYPERLINK “http://www.noinceneritorealbano.it” Coordinamento contro l’Inceneritore di Albano, gruppo di cittadini che si batte per la difesa del territorio dei Castelli Romani, in coordinamento con i cittadini che a Colleferro si battono contro l’impianto gestito dal consorzio Gaia.
Superate Pomezia e Ardea, due “comuni resistenti” contro la Roma-Latina, arriviamo ad Aprilia, chilometro 315 del nostro viaggio. E’ qui che da tre anni i cittadini riuniti nella HYPERLINK “http://www.noturbogasaprilia.it/” Rete No Turbogas si battono contro il “libero editore” De Benedetti e la sua “sostenibile” Sorgenia che vorrebbe realizzare, in una zona già altamente inquinata, una centrale a turbogas. Qui il cantiere è aperto nonostante la Valutazione di Impatto Ambientale sia scaduta da un anno e la Compatibilità Territoriale sia ancora oggi negativa. Il tutto per un’opera assolutamente inutile visto che l’energia prodotta da questo impianto non servirebbe assolutamente la zona ma sarebbe destinata al libero mercato.
Così, dopo 335 chilometri di lotte territoriali, benvenuti a Latina.