Fiat, la sostanza della borghesia italiana
I finanzieri di fiducia della famiglia Agnelli, Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti (dirigenti di Ifil-Exor, la finanziaria di famiglia) sono a processo per aggiotaggio. Qualche anno fa avrebbero speculato sulle azioni Fiat a vantaggio della famiglia e a danno degli azionisti. Era il tempo in cui la Fiat era in crisi catastrofica e a rischio scalata. Poi con l’affidamento del potere assoluto a Marchionne la Fiat è uscita da quella crisi diventando definitivamente una multinazionale intrecciata con Chrysler, che per caso ha qualche stabilimento in Italia. Dei quali uno, Termini Imerese, soggetto a rapida chiusura.
C’è un rapporto tra i due fatti, tra vecchia e nuova Fiat? Si’ nel senso che una è figlia dell’altra o meglio del suo fallimento. Il vecchio capitalismo spesso finisce in tribunale e dopo di lui giunge la spregiudicatezza coloniale delle multinazionali. Questa è la sostanza della borghesia italiana.