Il lascito della statuetta, una nuova svolta repressiva
Appena finirà questo susseguirsi di dichiarazioni, smentite e controsmentite sull’aggressione a Silvio Berlusconi, forse apparirà più chiaro a chi gioverà il gesto sconsiderato di Tartaglia.
Intanto sembra vacillare il già fragile fronte per la democrazia, viene messa la fiducia sulla finanziaria e il Senato si appresta a resuscitare il lodo-Alfano.
Come al solito le reazioni più inquietanti per l’aggressione al Presidente del Consiglio, sono venute dagli esponenti Leghisti. Bossi ha parlato di terrorismo, Calderoli di clima da anni di piombo, quasi in un coro ad evocare leggi speciali.
Ecco così puntuali le dichiarazioni di oggi del Ministro degli Interni Maroni. «Stiamo valutando misure più adeguate che intendo proporre giovedì» al Consiglio dei Ministri. Così il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha replicato in Transatlantico alla Camera, a chi gli chiedeva della proposta avanzata ieri e ribadita oggi dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, di inasprire le misure anti-contestazione alle manifestazioni, ed estenderle anche ai periodi che non riguardano la campagna elettorale. Molto probabilmente si adotteranno per le manifestazioni, misure analoghe a quelle per la violenza negli stadi (Daspo). Forse si inventeranno la “Tessera del manifestante”, costringendo i manifestanti “più esagitati” a firmare in Questura quando ci sono manifestazioni.
A questo si aggiungeranno norme restrittive riguardanti Internet.
Maroni ha sottolineato che si tratta di «misure urgenti» e dunque è ipotizzabile che il governo intenda agire per decreto. Il ministro dell’Interno non si è soffermato sui particolari, sottolineando: «Ho detto che sono allo studio misure ma non ho intenzione di dire quali: lo dirò prima al Consiglio dei Ministri, essendo misure delicate, che riguardano terreni delicati come la libertà di espressione sul web e quella di manifestazione, ancorché in luoghi aperti, pubblici». Secondo il ministro sarà in ogni caso necessario «trovare un equilibrio tra la libertà di manifestazione del proprio pensiero in campagna elettorale e quella di manifestare la propria critica. Tutte queste sono norme che stiamo valutando, per vedere se servono e cosa serve alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni».
Allo stesso tempo però il Ministro Leghista ha proseguito definendo che «l’ordine pubblico non è un modello statico definito cinquanta anni fa ma un modello dinamico sempre adeguato alle nuove esigenze e questo è quello che sta accadendo».
Sarebbe utile capire a quali nuove esigenze? Intanto si profila una ulteriore svolta repressiva.