L’anno zero della democrazia. L’Italia, Landini e il modello Podemos
Respinte, smontate, decostruite. Poche pagine per restituire ai mittenti tutte le analisi che li riguardano. Tutti i luoghi comuni di cui sono stai investiti negli ultimi anni. Podemos? Un fenomeno politico estemporaneo. I suoi risultati? Frutto del caso. La loro ragione sociale? Solo incanalare il malcontento dei cittadini. E invece basta leggere le parole del leader di fatto del movimento spagnolo per rendersi conto di quanto spesso questi giudizi siano lontani dal vero. E Pablo Iglesias Turriòn conduce all’opposto: mostrare quanto siano solide e profonde le radici di una delle maggiori novità del quadro politico europeo degli ultimi anni.
Il libro. Turriòn lo fa nelle pagine di “Democrazia. Anno Zero” il testo pubblicato in Italia da Alegre e curato dai giornalisti Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena. Il programma politico, le radici storiche, le ricette per uscire dalla crisi economica e soprattutto per non ritornarci mai più. Un vero e proprio manifesto politico per enucleare le linee di forza del movimento spagnolo. A partire dall’ambizione di rappresentare quel 99% di cittadini ostaggio delle politiche e del potere dell’altro 1%. Come dire: trasformare tutta la contestazione degli Indignados in una piattaforma politica esportabile in tutti i Paesi.
La politica. Operazione possibile proprio perché Turriòn legge il quadro politico internazionale come un’unica, grande, partita a scacchi. Uno scontro in cui i movimenti politici che vogliono mutare le condizioni generali dei cittadini hanno, dal punto di vista del metodo, una strada obbligata: ” Quando non si hanno altre armi se non la propaganda e la mobilitazione il miglior indicatore del successo politico è creare contraddizioni nel campo avversario”. Per poi sostituire all’amministrazione dell’esistente l’audacia per costruire il futuro.
La storia. Un compito che – a Podemos e agli altri partiti – è possibile solo prendendo in considerazione e trattando con cura, ricoltivandole, le proprie radici storiche. Ricercando quel filo comune che lega tutte le lotte cosiddette ” anti-sistema”. Ovvero: quelle battaglie che nell’ottica del politico spagnolo servono a far avanzare la società. Nella consapevolezza che “tutto il nuovo è sempre stato riconosciuto inizialmente proprio dalle forze anti-sistema”.
Il partito di Wall Street. Forze che oggi hano un nemico individuabile in quello che Turriòn chiama “il partito di Wall Street”, l’insieme di tutte le forze politiche che accettano in modo acritico principi e metodi propri del liberismo che ci ha condotti a vivere quella crisi economica mondiale di cui paghiamo ancora le conseguenze. Un partito da fronteggiare cercando di dare voce unica a quel 99% di cittadini che ne subisce le decisioni.
Italia: la Coalizione Sociale. E proprio il tema della costruzione di una forza politica in grado di rappresentare la parte debole della società è al centro dell’intervista a Maurizio Landini che Pucciarelli e Russo Spena allegano al libro di Turriòn. Tra crisi della socialdemocrazia e il tentativo di raccogliere e orientare il dissenso presente in Italia attraverso la costruzione della Coalizione Sociale. Un lungo intervento in cui il segretario della Fiom mette in chiaro le linee di frattura sulle quali costruire una nuova – ma storicamente solida e politicamente unitaria – sinistra in grado di aspirare, come Podemos, al governo del Paese.
*http://www.repubblica.it/politica/2015/11/05/news/l_anno_zero_della_democrazia_l_italia_landini_e_il_modello_podemos-126691734/