L’editoria al tempo della crisi
E’ iniziata ieri al Palazzo dei Congressi dell’Eur “Più libri Più liberi”, l’ormai tradizionale fiera romana della piccola e media editoria che da 8 anni accompagna centinaia di editori nel ponte dell’Immacolata.
Scorrendo il programma della fiera si notanto vari dibattiti sull’e-book, sulla digitalizzazione dei libri, con l’interrogativo se sia o meno possibile un futuro in cui il libro perda la propria fisicità. Ma andando a vedere i dati, se il consumo digitale sta incidendo in modo molto significativo sul calo delle vendite dei quotidiani, al momento l’incidenza del mercato dell’e-book non sembra riuscire ad attecchire. Se negli Usa rappresenta l’1,5% del mercato del libro, in Italia il mercato dell’e-book non ha ancora nemmeno dati misurabili.
E allora il vero nodo di discussione tra i piccoli e medi editori è piuttosto la crisi economica che comincia a farsi sentire decisamente anche nel settore librario. Nel primo semestre del 2009 si registra un calo del 2,2% di fatturato, e un meno 4,2% di copie vendute. Dato che sicuramente colpisce i grandi editori, ma che si ripercuote decisamente anche sui piccoli, specie per gli effetti nefasti sulle piccole librerie. Nel 2009 è cresciuto infatti il numero di chiusura di librerie a conduzione familiare o di passaggio di alcune di esse sotto l’ombrello protettivo del franchising dei gruppi maggiori. E questa è indubbiamente una dinamica – favorita dalla liberalizzazione degli sconti escogitata dal Governo Prodi – che incide molto negativamente sulle piccole case editrici, che spesso proprio nelle piccole librerie trovano il proprio canale privilegiato di distribuzione e valorizzazione.
Nonostante ciò anche quest’anno sono 416 gli editori che espongono alla Fiera, e molti altri avrebbero voluto partecipare fra le centinaia di case editrici che tutte insieme hanno prodotto nel 2009 32.700 novità – quasi 90 novità al giorno – dimostrando una continua vivacità del settore.
Ma il mercato editoriale italiano, è un mercato dove il 61% del fatturato è messo insieme da soli 5 gruppi: il 29% dal gruppo Mondadori (Mondandori, Einaudi, Sperling, Piemme ecc.), il 13,6% da Rcs libri (Rizzoli, Marsilio, Adelphi ecc.), l’8,2% dal gruppo Mauri Spagnol (Longanesi, Guanda, Corbaccio ecc.), il 5,4% dal Gruppo Giunti (Giunti, Tci, Scienza ecc.) e il 3,9% da Feltrinelli.
E allora una fiera come quella di Roma è sempre più decisiva proprio per i piccoli editori che per una volta possono esporre i propri libri e farli trovare al grande pubblico, farsi conoscere e dimostrare il proprio valore e anche la propria capacità di vendita. Certo qualche sforzo in più verso la piccola editoria ci si potrebbe aspettare anche da questa fiera. I costi degli stand sono elevati, gli spazi sono bloccati tanto che molti nuovi piccoli editori non riescono ad entrare per motivi di spazio, e gli spazi più grandi e visibili sono destinati ad editori molto più medio-grandi che medio-piccoli.
Indubbiamente l’essere piccoli editori non è necessariamente un indicatore di qualità, anzi. Però il sostegno alla piccola editoria è necessario per sostenere sperimentazioni e innovazioni, per impedire l’uniformazione della cultura e dell’informazione, e per dare la possibilità di emergere ad esperienze culturali non legate soltanto alla logica del profitto.
Per questo anche per noi delle Edizioni Alegre è oggi più che mai una opportunità imperdibile la partecipazione a questa fiera, il cui successo di pubblico è una sicura potenzialità. I nostri libri, per una volta ben visibili e non solo “a scaffale”, li potrete trovare nello stand T041, al primo piano della fiera. Troverete anche noi, ed è una delle occasioni che abbiamo per discutere del lavoro che facciamo e per costruire nuove idee e nuovi progetti. Veniteci a trovare.