“Napoli non si piega” una lista a sinistra
Napoli sta vivendo un momento particolarmente difficile della sua storia. Sotto molti aspetti la situazione attuale è certamente peggiore di quella di alcuni anni fa. A livello strutturale si sono persi centinaia di migliaia di posti di lavoro e chi ha la fortuna di lavorare, lo fa in condizioni precarie e sottopagate. Moltissimi giovani hanno ripreso la strada dell’emigrazione al nord, già praticata dai loro nonni. La criminalità ha esteso la sua rete di malaffare saldandosi con speculatori e affaristi senza scrupoli. L’ambiente è stato violentato dall’abusivismo, dalle discariche inquinanti, dal vandalismo incontrollato, le aree industriali dismesse sono accaparrate dalla speculazione immobiliare. Nuove strutture militari italiane, statunitensi e Nato si sono istallate sottraendo ulteriore territorio all’utilizzo pubblico.
In questo contesto l’amministrazione di centro-sinistra ha stretto un solido rapporto con i poteri forti della città: la Confindustria, le banche, le centrali finanziare speculative, le cordate clientelari-affaristiche. La città è stata governata da un accordo bipartisan che distribuiva prebende, appalti, commesse, consulenze a tutto lo schieramento politico. Chi ha pagato è stato chi era fuori dalla logica dalle clientele, delle raccomandazioni, dei sotterfugi illegali, chi insomma rivendicava che le istituzioni dovessero svolgere il loro ruolo istituzionale a salvaguardia dei diritti dei cittadini. In risposta a questo quadro non sono mancate le lotte dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, la protesta degli studenti, degli utenti dei servizi, la sollevazione nei cittadini contro le discariche ed i termovalorizzatori inquinanti. Tuttavia queste mobilitazioni sociali non hanno trovato unità di azione e non hanno costruito una progettualità comune; alcuni settori di movimento si sono limitati ad una logica di pressione su assessorati o singoli amministratori per strappare limitati risultati a vantaggio di singoli gruppi.
L’amministrazione Iervolino, cambiando di continuo assessori, perdendo o acquisendo il sostegno di alcuni consiglieri che con incredibile faciltà sono passati da uno schieramento all’altro, è giunta alla sua scadenza naturale e in queste settimane si sta riaprendo il teatrino delle elezioni. La disgrgazione del quadro politico è totale. Il centro-sinistra è andato alle primarie, per affermare un principio di libera competizione tra gli aspiranti candidato-sindaco, ma si è trovato impastoiato in polemiche infinite sui risultati del voto: i toni si sono alzati e la coalizione è andata in frantumi. E’ un elemento da non sottovalutare che la strategia del centrosinistra non regge ad una prova difficile come quella napoletana. La frantumazione ha portato a due candidati sindaco: il magistrato Luigi De Magistris guida una coalizione al momento costituita da tre liste (IdV, Federazione della sinistra ed una lista civica a sostegno del candidato sindaco) alla quale potrebbe aggiungersi una lista dei Verdi. De Magistris, malgrado esprima critiche alle pratiche politiche del bassolinismo, ha perseguito fino all’ultimo l’unità con tutti i pezzi della precedente giunta; tuttora nelle municipalità si presenta insieme alla screditata manovalanza del Pd e apertamente dichiara che, in caso di vittoria, intende condividere l’amministrazione con la vecchia guardia del centro-sinistra. Dopo l’esito disastroso delle primarie, il Pd, commissariato da Bersani, ha scelto come candidato l’ex prefetto Mario Morcone che risulta candidato sindaco di una coalizione al momento costituita dal Pd, Sel ed una lista civica capeggiata da Umberto Ranieri, sconfitto alle primarie. Sono evidenti i propositi di convergere al ballottaggio con il terzo polo che candida il rettore dell’Università di Salerno, Raimondo Pasquino, sostenuto da Fli, Udc, Api, Mpa e Liberal democratici. La destra ha scelto l’ex presidente della Confindustria locale Gianni Lettieri che si presenta con il PdL ed un numeroso seguito di liste costruite per convogliare clientele. Ci sono anche Clemente Mastella per l’UDEUR e Roberto Fico per il Movimento 5 stelle e liste minori di destra.
Fortunatamente in questo quadro abbastanza indigeribile, è sorta di recente una candidatura di taglio completamente diverso: contro la destra, ma alternativa al centro-sinistra, quella dell’avvocato lavorista Pino Marziale, difensore degli operai che ha condotto battaglie vincenti per il reintegro di avanguardie di fabbrica licenziate alla Fiat di Melfi (Giovanni Barozzino Marco Pignatelli ed Antonio Lamorte), di Pomigliano (lavoratori dello Slai Cobas), all’Avi (Antonio Santorelli); ha fatto riassumere dalla Cgil Ciro Crescentini, licenziato per motivi politici. Questa candidatura è stata presentata dalla lista “Napoli non si piega – i nostri diritti contro i loro profitti”, che è il risultato di un percorso iniziato alcuni mesi fa con un appello sottoscritto da più di cento uomini e donne che ponevano l’esigenza di coprire il vuoto politico a sinistra anche a livello amministrativo. Si sono susseguiti dibattiti pubblici sul lavoro, l’ambiente, la gestione dei beni comuni, l’etica della politica; si sono fatte riunioni nei quartieri, si sono redatti documenti su ogni scadenza di lotta cittadina. In tal modo hanno lavorato insieme organizzazioni politiche della sinistra di alternativa, (quali Sinistra Critica, Rete dei Comunisti, Sinistra Popolare, Verdi Ambiente e Società), attivisti di movimenti sociali, intelletuali, quadri sindacali, semplici cittadini desiderosi di capire ed agire nel proprio ambito sociale. E’ stato un percorso faticoso, una scommessa certamente difficile, ma finora ha retto bene: ci sono continue adesioni ed nei prossimi giorni si individueranno le candidature per il consiglio comunale e per tutte le dieci municipalità.
L’obiettivo non è certamente quello di governare la città, quanto piuttosto quello di porre le basi per una opposizione vera che al momento è una esigenza improrogabile. Tra breve partirà la campagna elettorale con grande volontà di sopperire alle irrisorie risorse finanziarie con la forza della convinzione di stare a difendere i diritti dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei migranti, dei deboli contro la protervia dei padroni, degli affaristi, della camorra, degli speculatori, dei professionisti della politica.