Scuola, pronta la riforma dei tagli
Verso il varo della riforma delle scuole superiori
Altri licenziamenti in arrivo
di Daniele Ippolito
Con il parere favorevole della Commissione Cultura della Camera, espresso Martedì 19 Gennaio, e l’imminente parere dell’omologa Commissione del Senato, la riforma degli ordinamenti delle scuole superiori procede verso l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri. Nonostante alcune osservazioni critiche già espresse dal Consiglio di Stato e ribadite dalla Commissione della Camera, che hanno prodotto leggere modifiche rispetto all’impianto iniziale del progetto della Gelmini, tra cui una partenza più lenta della riforma (solo per il primo anno e non per i primi due) ed un orario meno ridotto per gli istituti tecnici e professionali, il processo di ristrutturazione della scuola pubblica va avanti a colpi di tagli di ore di insegnamento e quindi di personale.
La scuola secondaria superiore manterrà l’attuale divisione tra licei, istituti tecnici e professionali ma tutti gli indirizzi verranno rivisti all’insegna della riduzione dei piani orari e della cancellazione di tutte le sperimentazioni introdotte negli ultimi anni. I licei passeranno a 27 ore settimanali nel biennio e 30 nel triennio (inferiori agli orari oggi in vigore) con l’eccezione dell’artistico che avrà 32 ore (oggi ne ha oltre 40), mentre i tecnici e i professionali scenderanno a 32 ore (o 34 secondo la Commissione Cultura della Camera) rispetto alle 36 attuali (e anche più in alcune sperimentazioni). Questo provvedimento avrà un’ovvia ricaduta sul livello della formazione degli studenti italiani e rappresenterà un ulteriore taglio di posti di lavoro di docenti. Infatti, soltanto dalla riforma delle superiori, il governo conta di ridurre 3.700 posti di lavoro nell’a.s. 2010/11 (7.000 nel successivo) che si andranno a sommare ai tagli previsti da altri provvedimenti, per un ammontare di 25.600 docenti. Va considerato che già nel corrente anno scolastico c’è stata una soppressione di 42.100 docenti e che i tagli continueranno finché la riforma non andrà a regime, cioè per cinque anni. L’assetto complessivo del sistema dell’istruzione ne risulterà profondamente modificato.
A fronte di una tale offensiva da parte del governo, le risposte da parte del mondo della scuola appaiono finora molto deboli. Le iniziative di protesta segnalate in alcuni istituti sono significative ma isolate. Va rilevato lo sciopero generale lanciato dai Cobas Scuola per il prossimo 12 Marzo, data in cui anche la Cgil ha indetto uno sciopero del Pubblico Impiego. I Cobas denunciano anche l’emendamento al Ddl sul lavoro collegato alla Finanziaria, approvato dalla Commissione Lavoro della Camera, che consentirebbe di considerare l’apprendistato come adempimento dell’obbligo scolastico e incentiverebbe l’uscita dalla scuola a 15 anni.
Registriamo, infine, due incontri lanciati dal movimento dei precari della scuola, che in questa fase sembra riuscito a superare le divisioni che ne hanno condizionato l’agire nel recente passato: il 24 Gennaio un’assemblea del centro-nord a Bologna e il 31 Gennaio un appuntamento nazionale a Napoli per discutere sulle mobilitazioni da mettere in campo, compresa l’ipotesi di bloccare gli scrutini di fine quadrimestre e quelli di fine anno. Sperando che non sia troppo tardi.