Val di Susa, valle che resiste
Sabato 9 gennaio alle ore 14:00 i comitati NoTav si sono dati appuntamento a Susa per un presidio di protesta contro l’esplorazione del terreno da parte delle società addette ai sondaggi geognostici.
L’Osservatorio sulla Torino-Lione «nell’attuale configurazione, opererà comunque (nonostante la contrarietà delle rappresentanze amministrative della valle, aggiungiamo noi) sulla base dell’apporto dei tecnici presenti per ottemperare all’impegno di indicare entro il 31 gennaio 2010 le opzioni di tracciato da sviluppare a livello di progetto preliminare». Lo precisa un comunicato di palazzo Chigi dopo l’incontro cui hanno partecipato il sottosegretario Gianni Letta e il Commissario straordinario per la Torino-Lione, Mario Virano, per fare il punto sulla situazione alla vigilia dei sondaggi geognostici e anche «per discutere delle questioni emerse nella riunione dell’Osservatorio del 7 gennaio scorso e nei rapporti con la nuova Comunità Montana». Ma quali sono questi rapporti? Il neoeletto presidente della Comunità Montana della Val di Susa Sandro Plano, che rappresenta tutti i comuni della valle, è contrario alla possibilità di iniziare i carotaggi e alla costruzione della Tav naturalmente. Plano, forte dell’appoggio della maggioranza dei Comuni valligiani, si è presentato alla riunione dell’Osservatorio del 7 gennaio nonostante la sua presenza non fosse prevista. Proprio così. Nel luogo dove si discute di Tav (l’Osservatorio è di fatti il simbolo del compromesso tra l’ex presidente della comunità Antonio Ferrentino, la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ed il Governo, istituito nel 2008 per “venire in contro” alle esigenze locali) viene esclusa la rappresentanza locale.
Gia nel dicembre del 2009 la Provincia e la Regione hanno provato a nominare una nuova rappresentanza istituzionale all’interno dell’Osservatorio, non riconoscendo la nuova comunità montana. Ma la beffa è venuta a natale e capodanno digerito. Dopo diversi solleciti da parte dei comuni a modificare la composizione del tavolo, la Bresso ha confermato i tecnici della vecchia Giunta Ferrentino. «Atto mai visto probabilmente che la dice lunga sullo stato di salute della compagine – dice il movimento No Tav». «Questo per rispondere alla comunicazione fatta da Plano – continua il movimento – che non solo ha chiesto la revoca dei tecnici e il loro abbandono del tavolo, ma a maggioranza, si è fatto carico di presenziare alla prima riunione utile del tavolo, per sancire la volontà del territorio di non proseguire in quel cammino pesantemente inquinato».
Anche all’interno del Partito democratico la tensione è alta. Il Pd locale appoggia la giunta Plano e in alcuni paesi della valle si sono ufficialmente schierati contro i sondaggi geognostici. I dirigenti regionali del partito stanno iniziando ad alzare la voce con i loro amministratori “dissidenti” minacciando addirittura sanzioni nei loro confronti se non si adeguano alla linea politica piemontese e nazionale. Cioè, la Tav si fa. «Non possiamo andare contro un progetto per lo sviluppo europeo, ce lo chiede l’Europa – dicono dal Pd di Torino». Ma oltre l’Europa a chiederlo sono le aziende di costruzione vicine al Pd, come la Cmc che hanno gia l’appalto firmato dal Governo Berlusconi ed il cantiere pronto a partire. Come ogni volta il futuro di questa lotta sta tutto nella capacità di incidere che il movimento no Tav ha sempre dimostrato di avere, sia nella capacità di autorganizzarsi, sia nell’abilità di penetrare le istituzioni locali grazie alla validità delle istanze. Anche questa volta Sarà Dura.
il trailer del reportage “Fratelli di Tav”:
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