Via del Campo
Si è chiuso sabato scorso il Campo internazionalista e rivoluzionario. Sulle colline di Perugia per la 27sima volta consecutiva – i campi internazionali dei giovani legati alla Quarta internazionale sono cominciati nel 1983 – si sono radunati 500 giovani che per una settimana hanno animato una cinquantina di workshop, un meeting serale, decine di incontri fra delegazioni, seminari permanenti su ecologia, studenti, lgbt, femminismo, anticapitalismo. Il campo di quest’anno è stato organizzato da Sinistra Critica, la formazione nata qualche anno fa da una scissione di Rifondazione comunista seguita all’espulsione dell’allora senatore Franco Turigliatto.
Come spiegano gli organizzatori, «il successo di questo campeggio ha qualcosa di particolare». «Non esistono – dice Daniele D’Ambra che ha curato l’organizzazione – esperienze analoghe, per lo meno in Europa. Realtà che, allo stesso tempo, riuniscano centinaia di giovani, da tutta Europa – una quindicina le delegazioni presenti, anche da fuori Europa, come Sud Corea, Messico, Filippine, Mali, Tunisia – e per una settimana in cui tutta l’attività del campo è autogestita». La pulizia del campo e dei bagni, il servizio bar, il servizio d’ordine, la distribuzione dei pasti, ila gestione della “moneta interna” – quest’anno il “Che” – tutto è infatti affidato alle delegazioni stesse che formano un coordinamento decisionale che si riunisce ogni sera. «Insomma, una piccola prova di autogoverno che, nonostante la fatica alla fine lascia un po’ tutti soddisfatti».
Dall’Italia, naturalmente, la delegazione più numerosa con circa 150 presenze, seguita da Francia, Spagna, Grecia, Danimarca, Belgio, Svizzera e poi le altre. Ogni giorno è stato dedicato a una tematica precisa: le lotte sociali, l’ecologia, il femminismo, le lotte lgbt, l’internazionalismo e due sere sono state dedicate alle due feste tradizionali dei campi “quarta”, preparate con cura e in genere ricordate con gioia: la festa donne e quella Lgbt.
Ad aiutare nella gestione dell’inziativa si sono alternati una quarantina di volontari di Sinistra Critica compresi i tre portavoce nazionali, Flavia D’Angeli, Piero Maestri e Franco Turigliatto che hanno tenuto dei meeting o dei workshop ma che si sono anche attivati nella distribuzione delle colazioni o nel sostegno all’attività del bar. «Per noi è stata davvero un’esperienza positiva – dice al megafonoquotidiano Flavia D’Angeli – anche perché è stato il primo campo realizzato da Sinistra Critica in quanto organizzazione indipendente (c’erano stati altri campi realizzati in Italia quando questa corrente faceva parte di Rifondazione comunista, ndr). Ed è stato finalmente un campo in cui ho rivisto il gusto e la voglia di fare politica, anche di costruire una organizzazione, senza troppi tatticismi ma solo sulla base della passione e della convinzione politica». «Ho visto – continua D’Angeli – compagni e compagne prendersi le ferie per pulire dei bagni o gestire un bar e ho visto un collettivo di giovani davvero ben avviato». D’Angeli ha parlato nel meeting dedicato al femminismo in cui ha sottolineato con una certa nettezza come un nuovo progetto per la sinistra non possa fare a meno del femminismo stesso, «più importante quasi di ogni altra identità». Piero Maestri si è confrontato con l’Npa francese, il Bloco portoghese e Izquierda anticapitalista spagnola sulla sinistra in Europa mentre Franco Turigliatto ha tenuto un affollatissimo seminario attorno al tema “riforme o rivoluzione?”.
«Insomma – conclude D’Angeli – dopo un anno politico non proprio entusiasmante e nel vivo di una crisi politica in cui la sinistra non sembra avere ruolo, il campo è stata una bella boccata d’ossigeno, un piccolo tassello che ci dice che in fondo ce la possiamo fare».