Descrizione
Nel momento in cui assistiamo a livello internazionale alla profonda crisi della sinistra proveniente dal vecchio movimento operaio, questa ricerca storica indaga il luogo dove tutto ebbe inizio.
Otto anni. La Prima internazionale ebbe vita breve (1864-1872), ma attraversò un intenso periodo storico con al centro la Comune di Parigi. In questa rete internazionale che parlava esplicitamente di rivoluzione, si confrontarono soggettività eterogenee (dai sindacalisti inglesi agli artigiani francesi, passando per i comunisti tedeschi), pratiche politiche differenti (cooperativiste, sindacaliste, di mutuo soccorso) e le più grandi figure del movimento operaio, a partire da Marx e Bakunin. Ed è all’interno di questa dimensione plurale che si formarono le correnti di sinistra che hanno segnato il Novecento: marxiste, anarchiche e socialdemocratiche.
L’Associazione internazionale dei lavoratori fu in primo luogo un tentativo inedito di organizzare in modo solidale i militanti operai decisi a inventare da soli il proprio futuro: «L’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi». E di guidare una rivoluzione al contempo economica, sociale e politica senza che uno di questi aspetti prevalesse sugli altri. Fino a quando i dibattiti teorici si orienteranno su strade divergenti.
Un libro che si legge come un romanzo, e che recupera, in modo rigoroso e brillante, un patrimonio in gran parte dimenticato.
Nazionalità, patrie, razze differenti, equilibrio, grandi parole vuote di senso che non sono mai servite se non da maschere per l’ambizione di qualche individuo, per l’orgoglio momentaneo di
qualche oppressore dell’umanità. […] È a questi nemici, i soli che abbiamo, che va fatta la guerra, una guerra implacabile, senza tregua e senza pietà.