Descrizione
Negli ultimi anni la politica europea si è distinta per la tenacia con cui ha perseguito politiche d’austerità finalizzate al contenimento della spesa sociale e all’introduzione di processi di privatizzazione e precarizzazione. Oggi, come reso visibile prima dal caso greco e poi dal Brexit inglese, il processo europeo è in stato di crisi non solo economica ma anche di consenso.
La tesi degli autori di questo libro è che sia urgente un Piano B, e che debba partire dalla radicale messa in discussione della pervasività che il debito pubblico e privato ha raggiunto nell’economia contemporanea. Il principale strumento proposto è quello dell’audit sui debiti pubblici, nella convinzione che non possa esserci democrazia senza trasparenza nella finanza pubblica, e che sia immorale chiedere ai cittadini di pagare un debito senza sapere come e perché sia stato contratto. La traduzione italiana del rapporto della Commissione per la verità sul debito greco – che il Governo Tsipras avrebbe potuto utilizzare con forza di fronte alla Troika – evidenzia l’insieme dei problemi giuridici, sociali ed economici legati al debito, svelandone la natura in gran parte illegale per lo stesso diritto internazionale.
Più che consentire alla popolazione “di vivere al di sopra delle proprie possibilità” il sistema del debito ha permesso alle banche di fornire agli Stati periferici ingenti prestiti con tassi d’interesse strabilianti. Meccanismi simili sono svelati anche da audit locali nati in assemblee popolari in diverse città italiane, tra cui nel testo sono riportate Roma e Parma.
Ma l’audit sul debito è qui proposto non solo come strumento di analisi ma anche come leva per costruire possibili politiche alternative con al centro la sostenibilità ambientale e sociale, alternative di cui il libro mostra alcuni esempi, come il quantitative easing for the people e la costruzione di reti di autoproduzione “fuori mercato”. Un Piano B dunque per uscire dall’impasse che sembra guidare l’Europa verso la disintegrazione sociale.
Ben più che derivante dalla spesa pubblica la crisi europea del debito sovrano è un epifenomeno della crisi dei mutui subprime del 2007, un effetto della finanza creativa dei principali istituti bancari europei, nonché un riflesso degli squilibri interni alla zona euro. Squilibri che impongono al debito delle periferie di continuare a crescere parallelamente al surplus tedesco. Mettere in discussione il debito è, oggi, un obiettivo strategico ineludibile.
Autori:
Marco Bersani, Marco Bertorello, Francesca Coin, Danilo Corradi, Vittorio Lovera, Gigi Malabarba, Christian Marazzi, Èric Toussaint, Cristina Quintavalla.