Descrizione
Questo ironico e graffiante pamphlet lancia un vero e proprio atto di accusa al celebre cantante degli U2. Senza metterne in discussione i meriti del successo musicale, ne attacca le modalità nell’uso politico di questo successo.
Una biografia non convenzionale di Bono Vox, che lo vede da una parte impegnato ad evitare di pagare le tasse nel suo paese, e dall’altra ergersi a «volto premuroso della tecnocrazia globale» assumendo, senza alcun tipo di mandato, il ruolo di portavoce per l’Africa, fornendo “copertura umanitaria” ai leader del G8 e alle loro politiche. Con un linguaggio depoliticizzato in cui il mondo dei poveri esiste solo come oggetto di attenzione pelosa, “buona causa” da ostentare in società.
L’Associazione no profit “One”, da lui fondata, sostiene di lavorare per conto dei poveri ma, ci svela l’autore, è composta in gran parte da multimilionari, dirigenti d’azienda e politici statunitensi. Tra i suoi membri si scoprono Condoleezza Rice (consigliere di George W. Bush che ha promosso la guerra in Iraq) e Larry Summers (economista della Banca Mondiale che ha contribuito a deregolamentare Wall Street) e solo due membri africani: un magnate dell’industria dei telefoni cellulari, e un ex amministratore delegato della Banca Mondiale. Non proprio i migliori rappresentanti dei poveri.
«The Frontman non si limita a smascherare il luccicante principe del chiagni e fotti Bono Vox, ma sfascia l’intera narrazione tossica sui nababbi buoni, i miliardari impegnati, i Live Aid per smacchiare la coscienza, i turlupinatori che parlano di fame in Africa e sono culo e camicia con le multinazionali che devastano l’Africa e il mondo. Diffidate dei ricchi & famosi che si proclamano “in guerra contro la povertà”. Si avrà una vera guerra alla povertà quando i poveri insorgeranno contro i ricchi. E se mai verrà quel giorno, non sarà un buon giorno per Bono».
Wu Ming 1«Non sarà facile insabbiare i dati di fatto raccolti da Harry Browne. Nel corso della propria vita Bono è diventato ricco sfondato. Fico. Adesso usa il proprio status di celebrità rock per guadagnarsi l’accesso ai (e cospargere un po’ di polvere d’oro rock’n’roll sui) pezzi grossi al potere. Già meno fico. Nel mentre, fa prediche sui poveri e sui malati di Aids in compagnia di certi elusori fiscali davvero luridi e di destra, e coi ”migliori” di questi accumula ricchezze e ci elude il fisco insieme. Proprio per niente fico».
Counterpunch«Un libro brillante e ustionante… Bono e altri come lui si sono appropriati di uno spazio politico che altrimenti sarebbe stato occupato dagli Africani di cui si riempiono la bocca. Poiché Bono è visto dai leader mondiali come rappresentante dei poveri, questi ultimi non sono mai invitati a parlare. La cosa funziona bene per tutti quanti… esclusi i poveri.»
George Monbiot, The Guardian