Amianto, una giornata per le vittime e una storia operaia. Fabrizio Lorusso (da Lamericalatina.net)
Il 28 aprile è la giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto, un mix di minerali le cui fibre sono dei killer silenziosi e subdoli. L’incubo dell’asbestosi e del mesotelioma dura da decenni e continua ancora per migliaia di operai ed ex operai, visto che in Italia i picchi di mortalità sono previsti tra il 2015 e il 2020. Da oltre vent’anni, anzi da solo 20 anni, la produzione di amianto e alcuni derivati come l’Eternit è proibita in Europa, ma in altri paesi, come il Messico o il Brasile, ma anche in Africa, Asia e nel resto dell’America Latina, tranne in Cile, Argentina e Uruguay, il business assassino dell’Eternit va ancora a gonfie vele, non sono mai state fatte bonifiche di edifici e territori e il tema dell’amianto è inesistente, sotterrato dal potere internazionale del fibrocemento.
E intanto lo svizzero Stephen Schmidheiny, l’ex dirigente dell’azienda Eternit condannato a 16 anni di prigione in primo grado e poi a 18 dalla Corte d’Appello di Torino nel 2013 per “disastro ambientale doloso permanente” e “omissione volontaria di cautele antinfortunistiche”, resta in libertà e, proprio nei paesi latinoamericani in cui l’amianto continua e continuerà a fare vittime innocenti, mette al sicuro il patrimonio in fondazioni (AVINA per esempio), trust (come VIVA) e attività “filantropiche”, riciclandosi come difensore dello sviluppo sostenibile e “guru” della responsabilità sociale d’impresa.
L’amianto è entrato in un libro poco più di un anno fa. Ci è entrata una vita operaia, con le gioie e le fatiche di un padre e di una famiglia, con la rabbia e l’ironia e la storia di un figlio. C’è entrato il lavoro, l’Italia che cresceva, l’industria che diventa sinonimo di progresso e ammazza più di 1000 persone all’anno. Dopo l’uscita a fine 2012 con Agenzia X viene ripubblicato ora il romanzo di Alberto Prunetti“Amianto, una storia operaia” da Edizioni Alegre.
Dal 7 maggio sarà disponibile con un dialogo finale tra l’autore, Wu Ming 1 e Girolamo de Michele. Lo scrittore Valerio Evangelisti su CarmillaOnLine lo descrisse così: “Avete tra le mani un libro terribile e bellissimo. Detto questo, ci sarebbe poco da aggiungere. Ogni lettore noterà da sé la verità della mia constatazione. Ciò che scriverò sotto il giudizio iniziale è dunque, in certa misura, superfluo. Dolore, divertimento, pena, riflessione, compartecipazione. Quanti testi moderni riescono a suscitare una tale gamma di sentimenti? Eppure ho provato tutto ciò leggendo la storia narrata da Alberto Prunetti. Una nuvola di sensazioni alternanti e contrapposte, quali solo uno scrittore vero riesce a condensare”.
La recensione s’intitola “A fronte alta, malgrado tutto” ed è così che è vissuto Renato, padre di Alberto e protagonista di questa storia operaia, di classe e di famiglia che ora è di tutti grazie a un ottimo romanzo. L’ho letto e riletto da solo, con mio padre e insieme ai miei alunni di lingua-cultura italiana a Città del Messico, anche loro tristi, allibiti, incazzati, coinvolti e, a tratti, divertiti come lo ero io, perché il racconto di Alberto suscita tutto questo, allo stesso tempo accarezza e scuote la memoria.