E il «bianco»Marx incontrò i militanti del Black Power – Marco Bruna sul “Corriere della Sera”
Ideologie – Tradotto in Italia da Alegre un ampio lavoro di Cedric J. Robinson sulla relazione tra le teorie del filosofo comunista e i movimenti afroamericani
di Marco Bruna – Corriere della Sera di lunedì 4 marzo 2024
È appena terminato il Black History Month, il mese che celebra e ricorda, negli Stati Uniti e in Canada ogni febbraio, l’impatto cruciale della diaspora africana in Nord America. E a questo proposito i lettori italiani hanno ora l’opportunità di approfondire il pensiero dell’intellettuale afroamericano Cedric J. Robinson (1940-2016), già professore di Black Studies e Scienze politiche all’Università della California Santa Barbara.
Ancora poco conosciuto nel nostro Paese, Robinson è autore del monumentale saggio Black marxism, in libreria per le Edizioni Alegre nella traduzione di Emanuele Giammarco con prefazione e postfazione di Miguel Mellino. Si tratta di un’analisi dell’evoluzione del radicalismo nero alla luce della teoria marxista, uscita negli anni Ottanta del secolo scorso, quando movimenti come il Black Power subivano un amaro calo di popolarità negli Stati Uniti. Robinson si pone come obiettivo quello di «mappare i contorni storici e intellettuali dell’incontro fra il marxismo e il radicalismo nero, due programmi per il cambiamento rivoluzionario».
Nato a Oakland in una famiglia originaria del Sud, sfuggita al terrore razziale che imperversava nell’Alabama degli anni Venti, Robinson parte dal presupposto che il marxismo abbia un debito viscerale nei confronti della tradizione occidentale, che sia, anzi, un costrutto squisitamente occidentale, una concezione «emersa dall’esperienza di singoli individui europei». Controcorrente rispetto al pensiero di Karl Marx e Friedrich Engels, secondo i quali nelle società borghesi i rapporti sociali sarebbero stati «razionalizzati», l’autore spiega come il razzismo abbia permeato le società emerse con l’ascesa dell’economia capitalistica.
Black marxism è diviso in tre parti. Nella prima viene analizzato il modo in cui è apparsa e si è sviluppata una «sensibilità razziale» in Occidente, con l’obiettivo di portare alla luce una sorta di autocoscienza della tradizione del radicalismo nero; nella seconda l’autore pone l’accento sull’affermazione storica di tale movimento, sulle sue forme e sulla sua natura, con un’indagine attenta dei rapporti tra europei e africani; infine nella terza approfondisce i processi teorici che hanno portato all’articolazione del radicalismo nero.
Come nota nella prefazione Mellino, docente all’Università di Napoli «L’Orientale», il bersaglio critico del lavoro di Robinson è «la bianchezza storica costitutiva della filosofia di Marx come pratica teorica, filosofica e politica rivoluzionaria».