“La Controfigura” di Luigi Lollini – Giuseppe Catani da “SoloLibri.net”
Bologna, estate 1988. Si celebra il nono centenario dell’Università. Tira aria di festa, tra lauree ad honorem distribuite con generosità e rappresentanti di associazioni studentesche in arrivo da mezzo mondo. C’è anche Alberto, uno studente di lettere che è riuscito a imbucarsi in quel rincorrersi di assemblee, incontri, convegni. Dove si parla di futuro, di geopolitica, di rivoluzione, di imperialismo.
Il mondo è ancora diviso in blocchi, nessuno sospetta che da lì a poco cambierà tutto. Tanto meno quei ragazzi entusiasti e carichi di passione, candidati, in un futuro più o meno prossimo, a ricoprire il ruolo di classe dirigente dei loro rispettivi Paesi. È in una delle tante, massacranti assemblee che Alberto conosce Eduardo Rozsa Flores, universitario ungherese nato in Bolivia, segretario dell’organizzazione dei giovani socialisti magiari. Non un burocrate qualunque, ma un ragazzo gioviale, colto, amante della poesia. È empatia immediata: nasce un’amicizia profonda che prenderà il via proprio da quei giorni e notti passati sotto le due Torri.
I due si rivedranno l’estate successiva a Budapest e nel corso di un fugace incontro a Venezia qualche mese dopo. Poi il nulla, inframezzato da qualche lettera e da notizie di seconda o terza mano.
16 aprile 2009: Eduardo resta vittima di un raid delle forze speciali del governo socialista boliviano in un hotel di Santa Cruz. Secondo le autorità locali, stava preparando un attentato al presidente Evo Morales. Alberto è sconvolto e comincia a porsi delle domande. Chi era davvero Eduardo Rozsa Flores? Perché avrebbe dovuto uccidere un leader progressista come Morales, feticcio indiscusso dei nativi sudamericani e del loro orgoglio? Alberto cerca di riannodare i fili: eccolo contattare o scrivere email a giornalisti, fotografi, politologi, esperti di questioni sud americane che hanno conosciuto il Rozsa. Solo alcuni trovano il tempo di rispondere, altri si eclissano sin da subito, i “non ricordo” sono tanti, troppi, non sempre credibili. Ma quel che ne esce fuori è sufficientemente inquietante: Eduardo che combatte a fianco dei croati nella guerra in Jugoslavia, Eduardo che si converte all’Islam, Eduardo trafficante d’armi, Eduardo anticomunista, amico fidato dei peggiori governi reazionari del pianeta.
La Controfigura è un «aneurisma della memoria» che Luigi Lollini, alter ego di Alberto, descrive con ritmo incalzante, il racconto, veritiero e crudo, di un’amicizia tradita. Un cammino lento, difficile, spossante, necessario, ossessivo, ai limiti del morboso. Più che un romanzo, un diario di bordo ricco di dubbi e interrogativi, di risposte non sempre convincenti, spesso difficili da accettare. Una sorta di regolamento di conti con la propria giovinezza, un percorso a ostacoli che Alberto – nel frattempo diventato marito, padre, insegnante – affronta senza paura. Sullo sfondo di una storia irrisolta, dolorosa, che non può evitare di spezzare il protagonista in due.