L’antifascismo si può declinare solo al plurale – Antonio Carioti sul Corriere della Sera
Antonio Cairoti – Corriere della Sera di giovedì 11 gennaio 2024
Va riconosciuta l’onestà intellettuale di Luca Casarotti, anche se c’è parecchio da obiettare al suo libro L’antifascismo e il suo contrario (Alegre, pagine 143, e 14). L’autore infatti ammette lealmente che quando «si rivendica all’antifascismo un ruolo politico nel presente, non si può avere la pretesa d’incarnare la totalità dell’antifascismo storico senza contraddirsi: non è possibile essere monarchici e repubblicani, comunisti e liberali». Questa affermazione risulta peraltro poco compatibile con quanto Casarotti scrive in un altro passo del libro, sostenendo che l’antifascismo sarebbe anche «una dottrina politica», cioè «la sintesi delle teorie dello Stato ipotizzate in antitesi a quella fascista, che ha la sua sanzione legale nella Carta costituzionale del 1947-1948».
A parte il fatto che le diverse dottrine dello Stato (cattolica, marxista, liberale) confluite nel compromesso creativo della Costituente preesistevano di gran lunga al fascismo, nato soltanto nel 1919, bisognerà pur ricordare che quel punto d’incontro fu provvidenziale ma provvisorio, perché le forze della Resistenza si divisero ancora prima che la Carta fosse approvata. Se «sintesi» vi fu, si realizzò tra visioni d’indirizzo molto diverso.
Il problema è che l’antifascismo è un atteggiamento strutturalmente avversativo, che non dice molto in positivo. Consiste nell’opporsi al fascismo, ma si differenzia a seconda di come s’interpreta il regime littorio. Se ci si batte contro di esso soprattutto in quanto dittatura, si riterrà di dover contrastare al tempo stesso ogni altro totalitarismo, compreso quello comunista. Se viceversa si considera il fascismo in primo luogo una forma particolarmente repressiva del dominio capitalista, si concluderà che una coerente continuazione della Resistenza sia la lotta contro il sistema basato sul profitto.
Per la maggior parte di coloro che oggi rivendicano l’antifascismo come scelta militante e assolutamente attuale vale la seconda opzione: esso coincide in largamisura con l’anticapitalismo e l’antioccidentalismo. Per questo, ad esempio, come è accaduto in alcune recenti manifestazioni, si può intonare Bella ciao subito dopo aver invocato lo smantellamento dello Stato d’Israele.