Palestina, femminismi e sapienza femminile – Chiara Cruciati su “il manifesto”
Chiara Cruciati – il manifesto – 5 gennaio 2025
Non esisterà mai terra libera senza la libertà delle donne. È questa la base di partenza della teorizzazione politica, che si è fatta pratica nel secolo scorso, dei movimenti femminili e femministi palestinesi. Ed è da qui che partono due libri pubblicati alla fine del 2024 in Italia: La Palestina è una questione femminista di Nada Elia (Alegre, pp. 224, euro 16), scrittrice palestinese, attivista e docente universitaria della diaspora, e Questa terra è donna. Movimenti femminili e femministi palestinesi della giornalista italiana Cecilia Dalla Negra (Astarte, pp. 259, euro 16).
CON MODALITÀ DIVERSE le due autrici indagano una storia lunga oltre un secolo, la sua evoluzione, i balzi in avanti e gli ostacoli. Elia ha pubblicato in lingua inglese prima del 7 ottobre 2023, precedendo l’anno e mezzo di genocidio a Gaza e la mobilitazione internazionale che ha visto l’incontro di realtà diverse e diverse rivendicazioni. Il libro non ne risente, al contrario fornisce lo strumento di lettura di una storia ben precedente: guardare alla Palestina con la lente del colonialismo d’insediamento, prima che del regime di apartheid e di segregazione etnica, per evitare di cadere nella trappola di una soluzione meramente giuridica.
Con il costante riferimento ad altre storie indigene, a partire dall’Isola della Tartaruga (gli Stati uniti), Elia ricostruisce gli strumenti classici (e naturalmente patriarcali) del colonialismo d’insediamento, di per sé volti alla sottomissione e all’annullamento sociale, politico, riproduttivo e produttivo delle donne, doppiamente subalterne, in quanto donne e in quanto indigene. In parallelo Elia attraversa le forme di resistenza messe in pratica dalle donne, in forma collettiva e più strutturata.
Un percorso che Cecilia Dalla Negra approfondisce seguendo una linea cronologica che prende il via da fine Ottocento. Dalle prime organizzazioni femminili nate in Palestina, decenni prima del 1948, all’opera di ricostruzione dell’identità negli anni terribili della Nakba, dalle realtà strutturate che affiancano l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina alla mobilitazione popolare della Prima Intifada, seme dell’autogestione guidata dalle donne, il libro giunge fino all’emersione del femminismo islamista, di rilettura e reinterpretazione del Corano, e alle realtà femministe apartitiche al centro delle più recenti rivolte popolari in tutta la Palestina storica.
DALLA NEGRA SCAVA negli archivi e regala un’analisi complessa della teorizzazione politica dei femminismi palestinesi grazie alla produzione storica, letteraria e filosofica delle donne stesse: i testi, gli studi e i lavori citati sono quelli di sociologhe, antropologhe, politiche, storiche, un arcipelago di voci femminili che si auto-indagano, consapevoli delle vittorie e dei passi indietro.
Ma mai sconfitte: al centro resta il lavoro teorico e pratico di superamento di due patriarcati, quello sociale interno, affrontato attraverso la partecipazione attiva e costante alle varie forme che la resistenza palestinese assume; e quello coloniale israeliano che, se da un lato dipinge le donne sia come vittime incapaci di una società barbara sia come il ventre che cova mostri, dall’altra le soffoca in uno stato di tripla subalternità, come donne, come palestinesi, come resistenti.