QAnon per principianti: quello che dovete sapere subito per capire la setta e l’America – Silvia Bombino da “Vanity Fair”
Da Vanity Fair
Vi ricordate l’elezione persa da Donald Trump, e tutta la storia della negazione del risultato fino al tragico assalto di Capitol Hill, il 6 gennaio 2021? Vi ricordate Jacob Chansley, lo sciamano (di cui è stata appena chiesta una condanna esemplare), i piedi sulla scrivania di Nancy Pelosi, Trump che non fa nulla per fermare i terroristi? Avete letto di Steve Bannon, l’ex stratega di Trump, che per essersi rifiutato di collaborare con la commissione che indaga sull’assalto è stato appena arrestato?«Domani scoppierà l’Inferno», aveva detto alla vigilia. Bene.
Esce oggi negli Stati Uniti Betrayal, in cui il giornalista della Abc News Jonathan Karl racconta come, tra le tante teorie del complotto sfoderate dalla passata amministrazione per rovesciare il risultato delle elezioni, ci fosse anche il cosiddetto «Italygate», secondo cui i satelliti militari italiani erano stati utilizzati per manipolare quel voto. Sembra tutto folle? Lo è.
Ma se si conosce la setta globale Qanon, madre di tutti i complotti degli ultimi anni, forse si capisce che l’«Italygate» è una delle teorie meno bizzarre. Per fare chiarezza e spiegare al lettore italiano di che cosa stiamo parlando, fondamentale diventa la lettura di un altro libro, La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema di Wu Ming 1 (Edizioni Alegre), che cerca di tracciarne la genesi. Qui ne ricostruiamo le principali tappe.
DA DOVE DERIVA L’ESPRESSIONE QANON
Wu Ming 1 racconta che tutto nasce la sera del 6 ottobre 2017: alla Casa Bianca c’è una delegazione di alti ufficiali delle forze armate accompagnati dalle famiglie. Prima di posare per una foto, sogghignando, indica i presenti e dice: «Voi sapete cosa vuol dire questo? Forse è la quiete prima della tempesta». Incalzato dai cronisti presenti non spiega e saluta. Le speculazioni iniziano: parlerà di Iran, di Isis, di Corea del Nord, di Siria? Nulla di tutto questo, si capirà poi.
Infatti bastava andare a su 4chan, dove nell’aria dedicata alla politica impazzava il thread «Calm Before The Storm» e il 28 ottobre 2017 era apparso il primo messaggio firmato «Q» che annunciava un fantomatico arresto di Hillary Clinton. Chi era «Q»? Inizialmente la firma completa era «Q Clearance Patriot», ossia un patriota anonimo con «autorizzazione Q», poi diventato semplicemnte «Anonimo Q» e come una lunga serie di nickname su 4Chan solo «QAnon» e poi «Q» che diventata una fonte primaria che aveva accesso a ogni genere di segreti di Stato. In realtà la «Q Clearence» era un «permesso rilasciato dal Dipartimento dell’energia, relativo alla sicurezza di centrali e basi nucleari. Non aveva niente a che fare coi dietro‑le‑quinte della Casa bianca, né attinenza con quello che l’anonimo, o il gruppo di anonimi, raccontava», scrive Wu Ming 1.
IL GRANDE COMPLOTTO SOTTERRANEO
«#QAnon era stato l’hashtag più usato da quei profili, per un totale di diciassettemila utilizzi. Intanto si era formata una comunità di “fornai” (bakers) che raccoglievano le “briciole” e le aggiungevano a un “impasto” (dough), ovvero cercavano riferimenti nascosti, puntini da unire, elementi da forzare dentro uno schema in apparenza coerente. Ecco com’era nata la narrazione The Storm». In questo storytelling i buoni sono i militari, capeggiati da Donald Trump, che aveva dovuto candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti per fronteggiare i cattivi, ossia una setta detta «Cabal» costituita dai poteri forti e occulti che governava il mondo. La parola «Cabal» non è casuale ma deriva da «cabala» ossia la dottrina dell’ebraismo medievale che interpretava simbolicamente le Scritture e l’intero universo: QAnon ovviamente associava questa parola al male assoluto, in chiave antisemita. Cabal è quindi una cricca di politici e personaggi al comando di aziende e affari che non si limita a governare la Terra ma adora Satana e soprattutto gestisce una rete globale di pedofili. Come insegnava il «Pizzagate» che aveva riguardato Hillary Clinton prima del voto del 2016 (una teoria del complotto virale che collegava personalità politiche USA, democratiche, e diversi ristoranti con un traffico di esseri umani e pedofilia), facevano parte di Cabal tutti i presidenti dopo JFK e prima di Trump, ma anche personaggi di Hollywood come «Tom Hanks (il più tirato in ballo)» scrive Wu Ming 1. «Celine Dion, Oprah Winfrey, Marina Abramović e Beyoncé. Immancabile il magnate George Soros, vera e propria figura‑jolly del cospirazionismo di quegli anni».
PERCHÈ I MEMBRI DI CABAL SONO PEDOFILI?
Secondo Wu Ming 1 all’inizio «rituali e abusi non avevano un fine utilitario, a parte quello di soddisfare pulsioni bestiali e indulgere nella più ripugnante depravazione. Ma ben presto il fine era apparso, nitido, inequivocabile: estrarre adrenocromo. I bambini dovevano essere in preda al dolore e al terrore, perché la loro ghiandola surrenale pompasse adrenalina e, come prodotto secondario, adrenocromo. Il corpo umano ne produceva solo piccole quantità, ergo servivano molti bambini». Quindi «rubare bambini» e «essere pedofili» erano un’esigenza determinata dalla produzione di adrenocromo. Ma a che serviva l’adrenocromo? Forse ne avete sentito parlare grazie al film Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam (1998). La sostanza chimica lì era utilizzata come un allucinogeno più potente della mescalina. Secondo i seguaci di QAnon invece «l’adrenocromo, oltre ad avere un potente effetto allucinogeno, era un elisir di lunga vita. Aveva poteri rinvigorenti e ringiovanenti, ecco perché politici e vip lo bramavano ed erano disposti a tutto pur di ottenerlo», spiega Wu Ming . La verità però è che si tratta di una sostanza che si sintetizza in laboratorio dall’ossidazione dell’adrenalina».
E LA SILICON VALLEY?
Tra i membri di Cabal non c’è Mark Zuckerberg, capo di una delle aziende più ricche del Pianeta: come mai? Si chiede Wu Ming 1. Per rispondere bisogna ricordare la storiella dei pesci e dell’acqua resa famosa da David Foster Wallace. La ricordisamo: due giovani pesci nuotano sereni. A un certo punto incontrano un pesce più anziano che dice: «Salve ragazzi! Com’è l’acqua oggi?». I due giovani pesci proseguono per un po’ finché, arrestandosi di colpo, uno guarda l’altro e stupito si domanda: «Acqua? Che cos’è l’acqua?». Ecco, spiega Wu Ming 1: «I credenti si rappresentavano come nemici del potere… Fatta eccezione per lo strapotere della piattaforma che stavano utilizzando. Quello strapotere plasmava l’ambiente del loro comunicare, dunque era loro invisibile, come l’aria che li avvolgeva».
E POI ARRIVA JOHN-JOHN KENNEDY
Ma chi sono i seguaci di QAnon? Solo conservatori, suprematisti bianchi, repubblicani, gente della classe operaia inbufalita contro il sistema che li ha lasciati indietro? Sembra di no. Anzi. «Il disorientamento e il disgusto per l’establishment clintoniano che aveva osteggiato Sanders avevano spinto diversi elettori democratici ad abbracciare prima il Pizzagate, poi QAnon», spiega Wu Ming 1. Chiedendosi poi se siano stati questi democratici delusi a tirare in ballo John Fitzgerald Kennedy Jr. come la vera identità di «Q».
Il figlio di JFK era morto in un incidente di elicottero, con la moglie e la cognata, il 16 luglio 1999. Il suo corpo era stato ritrovato quattro giorni dopo a trenta metri di profondità, nel tratto di mare che affaccia sull’aeroporto Martha’s Vineyard, dieci chilometri dalla costa. Era lì, attaccato alla plancia del suo Piper, intrappolato. Tuttavia secondo la lettura di QAnon «John‑John era vivo, vegeto e – colpo di scena – nemico di quel Partito democratico del quale era stato un importante “delfino”. Presto si sarebbe svelato pubblicamente, dichiarando la propria alleanza con Trump. A sostegno di quella ricostruzione, QAnon forniva prove. Ad esempio, una foto mostrava con chiarezza che, vista dall’alto, la tomba di Jfk Jr. era a forma di Q. Dunque già nel 1999 l’eroe aveva previsto che anni dopo si sarebbe firmato Q, e aveva spedito un indizio nel futuro». In pratica il rampollo avrebbe simulato la sua morte per sfuggire a Cabal e allearsi segretamente in seguito a Donald Trump. Nel frattempo si sarebbe dovuto nascondere, ma i seguaci di QAnon sapevano quale fosse la sua identità segreta e provvisoria: tale Vincent Fusca, consulente finanziario di Pittsburgh, Pennsylvania. «Cappello nero, chioma lunga e barba incolta, compariva spesso tra la folla ai comizi di Trump, e in alcune foto accanto a Trump in persona. Quel figuro sciatto era John‑John sotto mentite spoglie? I due non si somigliavano nemmeno alla lontana… La risposta arrivava pronta: chirurgia plastica. Ovviamente».
MA L’IDOLO RESTA TRUMP
Trump è il vero catalizzatore della rabbia del ceto medio, nel primo decennio del nuovo secolo. Assurto a eroe dei conservatori, ogni incongruenza sulla sua figura passa in secondo piano: essere un miliardario che si dice difensore del popolo contro le élite di cui lui stesso fa parte non era più un problema. «In fondo, accadeva ogni volta che la working class e il ceto medio proletarizzato sostenevano un politico che li “rappresentava” rumorosamente ma era parte della classe dominante e faceva gli interessi dei ricchi», spiega Wu Ming 1. Invece di riconoscere che il presidente era alieno alle classi più povere e che non avrebbe mai fatto i loro interessi, si perpetuava la narrazione di Trump difensore dei più deboli. «Ma sarebbe stato come ammettere di essersi illusi, di aver creduto a diversivi: la sicurezza, i migranti, il muro al confine con il Messico… Credere a QAnon aiutava a non sentirsi gabbati: sembra che Trump non stia facendo nulla, in realtà combatte una battaglia segreta contro i pedofili che hanno in mano il pianeta».
E Trump che cosa pensa di QAnon? Nell’estate del 2020 ha finalmente dichiarato: «Non so molto di questo movimento, ma capisco che mi amano molto, e lo apprezzo». Come del resto ricorda Wu Ming 1 «Trump aveva sempre sposato e diffuso fantasie di complotto. Era stato il più visibile e rumoroso dei Birthers, agitatori convinti che Barack Obama non fosse nato negli Stati Uniti ma in Kenya e avesse falsificato il proprio certificato di nascita per candidarsi alla presidenza». Narciso, se la narrazione del complotto prevedeva per lui un ruolo di leader contro il male assoluto, non poteva che esserne compiaciuto. «Trump era uno sfegatato fan di sé stesso, rapito da qualunque storia lo avesse come protagonista. QAnon lo adulava dipingendolo come un eroe e un genio, era ovvio che l’adulato non prendesse le distanze».