Quando la macchina spettacolare del calcio si interseca con fatti oscuri e segreti solari – Giuseppe Genna da “giugenna.com”
Pubblichiamo orgogliosamente una specie di recensione in anteprima di Giuseppe Genna su Uccidi Paul Breitner, la prossima uscita della collana Quinto Tipo, che nelle prossime settimane arriverà in libreria.
Arriva una splendida notizia da Wu Ming. La prossima uscita nella stupenda collana #QuintoTipo (che è diretta da Wu Ming 1 per Edizioni Alegre e a mio parere è la realtà editoriale più notevole di questi anni) è lo strepitoso Uccidi Paul Breitner. Frammenti di un discorso sul pallone di Luca Pisapia. Ho avuto l’onore di seguire la fase di progettazione e quella di stesura del libro, che è una meditazione narrativa e politica a partire dal fenomeno planetario del football e della sua storia. È appunto una controstoria letteraria, quella allestita da Pisapia, un intrico di racconti ibridati da riflessioni ad altissima intensità politica, in cui la macchina spettacolare del calcio si interseca con fatti oscuri e segreti solari, funzionari Fifa che si muovono come agenti segreti, per celebrare un rito collettivo devastante, capace di imporre il capitale a qualunque latitudine, colonizzando le menti e le vite delle persone, implicate nell’industria antiumana dell’organizzazione di grandi eventi sempre leggendari, quali sono i mondiali. A partire dall’incredibile vicenda della Coppa tenutasi in Argentina nel 1978, mentre i desaparecidos venivano torturati e assassinati tra le mura degli infami Garage Olympo, passando per la storia della nazionale algerina, fino alla militanza comunista del grande mediano tedesco Paul Breitner (il rivoluzionario che finì per percepire soldi dal caudillo spagnolo Francisco Franco, ricordato dagli italiani perché segnò un gol agli azzurri in finale nel 1982) e al piano della Raf di rapirlo. Da Ballard a Bolaño, da Marx a Žižek (e Barthes, il che spiega il sottotitolo Frammenti di un discorso sul pallone, che rimanda ai Frammenti di un discorso amoroso del grande semiologo francese), Luca Pisapia compie un miracolo narrativo, realizzando il libro sul calcio che non c’era mai stato e ora c’è, impegnando un’ammirevole profondità di sguardo letterario e facendo compiere alle lettrici e ai lettori un viaggio sulle montagne russe del crimine spettacolare e globalizzato. Per me questo oggetto narrativo non identificato è tra le cose più memorabili e significativi, in anni di imbelle produzione culturale: un testo che è urgente leggere, un canto epico alla durata della dialettica tra male sociale e ininterrotta cospirazione del capitale nella sua forma più teratogena e finale.