Recensione da ANSAmed
(ANSAmed) – ROMA, 16 OTT – Territori palestinesi nel baratro, ovvero in una situazione di quasi non ritorno: lacerati internamente per l’eterna contrapposizione delle loro due anime, Fatah e Hamas, una pace che pare pura utopia e una situazione economica drammatica. Come si e’ arrivati fin qui? A tentare di dare una risposta a questo interrogativo ci ha provato Michele Giorgio, corrispondente del quotidiano Il Manifesto che da piu’ di venti anni si occupa di Medio Oriente. Lo ha fatto con il volume ‘Nel Baratro’ (Edizioni Alegre, pp. 288, 14 euro, ndr).
”Nel libro piu’ che delle ragioni del conflitto israelo-palestinese ho voluto affrontare i motivi che hanno portato i palestinesi a questo disastro”, spiega l’autore ad ANSAmed. Un racconto delle ultime sconcertanti vicende che hanno scandito la vita dei Territori dal 2000 a oggi, ovvero dall’inizio della seconda Intifada all’uccisione di Vittorio Arrigoni. Una selezione di articoli – cronache, interviste, analisi e reportage – realizzati da Giorgio nel corso degli ultimi dodici anni, in cui analizza i momenti piu’ crudi e umanamente piu’ difficili da vivere. Dall’occupazione israeliana delle citta’ autonome palestinesi, alla condanna all’ergastolo del ”comandante dell’Intifada” Marwan Barghouti alla malattia ”misteriosa” che nel 2004 uccise Yasser Arafat; dall’ascesa di Hamas all’offensiva ”Piombo fuso”. Una visione personale di come sono andate alcune questioni il giornalista ce l’ha. Per esempio in merito alla scomparsa del leader Arafat. ”Finora un mistero, ma forse si tratta di una questione tutta palestinese”, dice. Come dell’uccisione di Arrigoni, amico dei palestinesi, ”ma ucciso probabilmente per mano degli stessi, ai quali la situazione potrebbe essere sfuggita di mano”. Tra i momenti piu’ caldi e difficili da superare umanamente, racconta il corrispondente, ”sicuramente ci sono gli anni 2002-2003”. Uscire dal baratro oggi sembra impossibile. ”L’impressione che ho – conclude l’autore – e’ che all’interno del mondo palestinese sia Fatah, sia Hamas non stiano facendo altro se non aspettare la scomparsa del proprio avversario”. (ANSAmed).