Se vi va bene bene se no seghe – Elena Bax su Sherwood
di Elena Bax su Sherwood
«Sono entrati… Abbiamo le mani alzate… Stanno strappando il microfono…». Era il 12 marzo 1977 e queste sono le ultime parole che si sentono in onda da Radio Alice prima che venga presa d’assalto dalla polizia. La voce è quella di Valerio Minella e Se vi va bene bene se no seghe, edito da Alegre, è la sua biografia. Si tratta di una conversazione con Wu ming 1 e Filosottile durata tre anni e restituita a noi lettori in poco più di 300 pagine.
Le vicende legate a Radio Alice, probabilmente le più famose, ricoprono solo una parte del libro. Seguendo gli eventi maggiormente significativi della vita di Valerio ripercorriamo gli ultimi 50 anni di storia italiana.
Aiutò a seguito dell’alluvione di Firenze del 66, andò in Sicilia per lottare insieme agli abitanti della valle del Belice, diede vita insieme ad altri del collettivo di obiettori di coscienza, fu costretto nelle carceri militari, sperimentò il servizio civile presso l’ospedale psichiatrico di Trieste Basaglia, creò Radio Alice, fu testimone della Bologna degli anni 70 e molto altro ancora. Mi fermo qui perchè non sarebbe possibile elencare ogni avvenimento degno di nota presente in Se vi va bene bene se no seghe.
Chi scrive è una figlia degli anni 90. Non ero nata mentre avvenivano tre quarti degli eventi raccontati in questo libro, ma durante la lettura mi rendevo conto di quanto io sia debitrice a Valerio e agli attivisti come lui e di come certe loro lotte siano ancora nostre.
Il libro si divora, perchè la vita di Valerio Minella è tutto tranne che ordinaria. Le pagine però non si girano con leggerezza. Le esperienze da lui vissute non possono scivolare via come aneddoti da bar. Ne è un esempio la memoria del suo servizio civile presso l’ospedale psichiatrico di Trieste Basaglia. Quel particolare passaggio è paragonabile ad un macigno che ti cade addosso. Come è possibile che accadessero certe atrocità solo pochi decenni fa negli ospedali psichiatrici? Ma ecco che arriva un altro tassello della storia ovvero di come Valerio e chi era con lui sia riuscito a trovare un modo alternativo e contro il sistema stabilito per affrontare e sovvertire certe situazioni. In questo specifico caso viene deciso, in accordo con il primario della struttura e gli infermieri, di portare le pazienti psichiatriche in una casa di montagna creando uno dei primi esperimenti di “casa famiglia”.
E il libro è tutto un macigno che ti tocca ricevere per poi tirare fuori la matita e sottolineare i passaggi più rivoluzionari e illuminanti. Per rendere l’idea ne riporto uno riguardante la lotta che si fece per ottenere costruzioni antisismiche per gli sfollati del terremoto del Belice(fine anni ‘60).
«I consiglieri di minoranza riescono a ottenere per il 30 ottobre 1970 un consiglio comunale straordinario in cui ridiscutere il piano regolatore. La pressione popolare è talmente forte che tocca mettere gli altoparlanti in piazza: la gente vuole sentire chi dice cosa e perché. Insomma, in questa piazza gremita, tutti ad ascoltare tre o quattro ore di consiglio, a sentire cosa si dicono. Con tutta quella gente che ascolta lì fuori, il sindaco è costretto ad approvare l’esproprio dell’intera area. È stata una roba incredibile. (…) So però che lì, in quel momento, quei diciannove mesi di lotta hanno pagato e abbiamo vinto noi. Sono situazioni in cui capisci che non c’è forza mafiosa, non c’è forza politica, non c’è nulla che possa opporsi al volere popolare, quando il volere popolare ha chiaro quali sono i suoi interessi. La gente quando capisce che una cosa la riguarda porta il proprio corpo in piazza e sta lì e presidia la piazza.»
Ci sono pagine così piene di speranza per chi non si è arreso al cinismo estremo e crede ancora di poter cambiare qualcosa che più che un libro è un gioiello. Procuratevi una matita, un evidenziatore od una penna e immergetevi nella lettura di Se vi va bene bene se no seghe!