«Tra le rose e le viole» – Claudia da “Giromondolibri”
A Bologna nel 1982 nasce il Mit, Movimento identità trans, un collettivo volto a supportare e aiutare coloro che intendono ridefinire la personalità e aspirano a una nuova costruzione del sé, seguendo le proprie naturali inclinazioni.
Un’associazione, quella fondata da Porpora Marcasciano, capace di colmare un grande vuoto e in grado di fornire utili e preziose indicazioni a chi intende compiere la transizione al fine di trovare il proprio sé.
Nel corso degli anni, il Mit di Bologna vede passare innumerevoli persone: da chi già sa quale percorso di vita intraprendere a chi è ancora in dubbio e necessita pertanto del confronto e del conforto di chi è già più avanti, nonché di dottoresse e dottori e psicologhe e psicologi.
Porpora Marcasciano ascolta con passione le storie di coloro che chiedono consigli e aiuto al Mit e raccoglie le interviste nel volume “Tra le rose e le viole” che oggi vede una nuova edizione per i tipi di edizioni Alegre, con la prefazione di Maya De Leo e la postfazione di Fabrizia Di Stefano.
La nuova edizione de “Tra le rose e le viole” è anche l’occasione per riflettere sul cambio dei costumi in Italia e su quando possano essere cambiate le vedute e la tolleranza nei confronti dei trans, le quali sono certamente migliorate rispetto agli anni Cinquanta e Sessanta, ma di discriminazioni e difficoltà la vita delle persone transessuali non è tutt’ora scevra.
Se negli anni Cinquanta e Sessanta l’idea del sesso assegnato alla nascita era la “verità” immutabile e in quanto tale non si poteva cambiare, nel corso degli ultimi cinquant’anni e poco più le visioni si sono ribaltate; è infatti necessario ripensare all’autoderminazione del proprio sé, definirsi liberamente maschio, femmina oppure non incastrarsi nei due generi. Fino pochi anni fa, non c’erano nemmeno i termini linguistici per definire – ammesso che sia possibile e loro lo vogliano – tutta la moltitudine di oggi; all’epoca venivano incastrati nei termini “transessuali” o “travestiti” (che sono il sottotitolo del libro, mantenuto proprio per sottolineare la differenza dello ieri e dell’oggi)
Gli anni Cinquanta e Sessanta diventano anni di lotte, di perdite e conquiste; sono gli anni in cui le persone transessuali escono allo scoperto, vogliono farsi conoscere, vogliono far sapere che esistono e soprattutto vogliono parità di diritti.
D’altronde in quel periodo tutto andava sconvolto, rivoluzionato, demolito e quindi anche la nostra identità di genere. In quegli anni si anticipava tutto e quindi anche i tempi.
dall’intervista di Pina, raccolta nel libro “Tra le rose e le viole” di Porpora Marcasciano
Le interviste raccolte nel libro “Tra le rose e le viole” sono dieci e sono presentate in ordine cronologico per mostrare come sono evoluti cultura trans e visioni di un’Italia che necessariamente doveva cambiare, superando il monolitismo del dualismo di genere che tanti partiti avrebbero preferito.
Ciò che ho maggiormente apprezzato delle interviste raccolte da Porpora è proprio questo incedere degli anni, il cambio delle visioni da parte delle stesse trans1 e della società che le circonda.
“Tra le rose e le viole” ha il notevole pregio di decostruire e smontare i pregiudizi – talvolta innati – che abbiamo riguardo ai trasgender: la nostra visione è quella di immaginare per loro una vita sregolata, illegale, immorale e illecita.
Se è vero che molte di loro raccontano di ormoni presi a casaccio, droghe e marciapiede per racimolare il denaro per le cure mediche e per mantenere un certo tenore di vita, ci sono anche le storie delle transessuali che hanno ricevuto supporto dalla famiglia e non si sono trovate a usare il proprio corpo per guadagnarsi da vivere.
Tra le storie ci sono molti denominatori comuni. Molte di loro hanno subito le angherie delle famiglie al loro desiderio di essere sé stesse; hanno perso il lavoro; hanno detto addio agli amici e alle amiche che non le hanno comprese; si sono ritrovate povere, senza soldi e senza riferimenti.
Da piccolo non pensavo di essere una trans, semplicemente perché non capivo, però non mi sentivo maschietto, per cui questa percezione con gli anni mi ha portato a ricercare me stessa, la mia vera identità, che è esattamente quella che oggi appare. All’inizio è facile capire chi sei e cosa vorresti essere, non ci si pone neanche il problema, poi quando entri nel mondo dei grandi bisogna scegliere dove stare e se non lo sai, o non capisci, nascono i guai.
dall’intervista di Antonia, raccolta nel libro “Tra le rose e le viole” di Porpora Marcasciano
Hanno subito discriminazioni su molti fronti, hanno subito violenza da parte di uomini e di poliziotti, i quali non esitavano a usare violenza contro le donne trans e ad affibbiare loro l’articolo 85 del TULPS2, far loro il foglio di via, ritirare la patente di guida o il passaporto.
Una volta mi hanno fatto una multa per mascheramento, il famoso articolo 85 (…) E’ un articolo del periodo fascista che ogni tanto viene tirato fuori (…) L’articolo 85 è stato usato contro le trans da sempre (…)
dall’intervista di Claudia, raccolta nel libro “Tra le rose e le viole” di Porpora Marcasciano
Le intervistate raccontano di vite talvolta portate agli eccessi, di lustrini, spettacoli, la ricerca del corpo perfetto con iniezioni di silicone o chirurgia plastica, serate a battere alla Fiera di Bologna ma anche di drammi come la morte delle amiche per AIDS o droga o per omicidio; e di tanta violenza, spesso gridata attraverso le parole e gli insulti.
La violenza che ci può essere nelle parole spesso fa più male di una bastonata, quello che ti gridano dietro, non solo di notte in strada, ma anche di giorno (…)
dall’intervista di Antonello, raccolta nel libro “Tra le rose e le viole” di Porpora Marcasciano
In tutte le donne transessuali intervistate, emerge la grande battaglia per essere sé stesse e tutti i pregiudizi e gli stereotipi che hanno dovuto affrontare.
Ho sempre sentito profondamente di combattere una grossa battaglia, la mia battaglia, e nonostante le avversità non ho mai mollato, perché erano in ballo la mia vita e la mia felicità. Sentivo che nonostante le tempeste, avevo ben saldo il timone e la nave la stavo conducendo vero il mio mare in acque tranquille e in porti sicuri. Questo pensiero mi ha dato la forza e il coraggio, altrimenti sarei finita come i miei nemici desideravano.
dall’intervista di Roberta, raccolta nel libro “Tra le rose e le viole” di Porpora Marcasciano
Emerge anche la paura, della strada e dei suoi pericoli, degli ormoni e del loro pericolo, dell’intervento per il cambio di sesso e del suo potenziale pericolo (sanitario, sessuale, psicologico); se le prime persone che hanno iniziato la transizione erano piuttosto allo sbando, sperimentando di volta in volta, dopo la nascita del Mit di Bologna hanno avuto un notevole aiuto e supporto.
Nel 1982, lo stesso anno della nascita del Mit, è stata varata la legge3 164/1982 la quale normava la rettificazione del sesso e autorizzava il cambio dei documenti per le persone transessuali operate. A questo punto, l’intervento diventava sicuro e gratuito. Chiaramente, dall’altro lato della medaglia, con la legge 164/1982 i transessuali iniziano ad essere corpi medicalizzati, perché senza l’intervento di rettifica i documenti non possono essere modificati (e tutt’ora in Italia è così, il che crea notevoli problemi a chi non se la sente di affrontare un intervento chirurgico che, ovviamente, è irreversibile).
“Tra le rose e le viole” è un documento molto interessante e prezioso, capace di fotografare l’evoluzione della cultura transessuale in Italia, vista da chi vive la transizione e da chi la osserva dall’esterno.
La letteratura ha lo scopo di intrattenere, ma per me soprattutto ha l’obiettivo di farmi conoscere realtà diverse dalla mia ma non troppo distanti; leggendo si scopre, si fa chiarezza, ci si mette in altri panni e ci aiuta ad abbattere i pregiudizi e a sviluppare più empatia.
Perché leggerlo: per avvicinarsi alla cultura transessuale in Italia, per conoscerne la sua evoluzione, per capirla e per mettersi in altri panni e aumentare la nostra empatia
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Note all’articolo
1: utilizzo il femminile in quanto tutte e dieci le interviste sono di transessuali MtF, ovvero persone nate uomini e successivamente diventate donne; sebbene non tutte operate, tutte dieci si sentono donne. Per questo, per rispetto della loro volontà, ogni volta che mi riferirò alle dieci intervistate userò il femminile.
2: l’articolo 85 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) punisce chi si maschera in luoghi pubblici, salvo diverse disposizioni governative, e risale al 1931.
3: Legge 14 aprile 1982, n. 164, Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso