Descrizione
«Ci voleva proprio, questo libro di Giuseppe Narducci, per rinfrescare la memoria agli smemorati di Calciopoli», scrive Marco Travaglio nella prefazione di questo volume. Che viene pubblicato proprio mentre si tenta un’operazione mistificatoria e revisionista della vicenda Calciopoli, rispolverando l’argomento del “così facevan tutti” e approfittando del ritorno allo scudetto della Juventus per dimenticare una pagina nera dello sport italiano.
Il testo ricostruisce l’indagine che ha cambiato il calcio, ripercorrendo la lunghissima requisitoria – 18 ore, tra le più lunghe nella storia giudiziaria italiana – che il Pm Giuseppe Narducci, insieme al collega Stefano Capuano, ha condotto al termine del processo di Napoli.
La tesi, corredata da molteplici elementi di prova, sostiene l’esistenza di un’associazione per delinquere che ha condizionato il calcio professionistico italiano del campionato 2004-2005 e di cui vengono trovate tracce già a partire dalla stagione 1999-2000. Tesi confermata dalla sentenza di primo grado.
L’autore descrive il metodo delle attività investigative svolte, riporta le intercettazioni e le testimonianze più significative, svela i rapporti tra gli imputati, offrendo al lettore i fatti e le circostanze, i volti e le vicende, della vera storia di Calciopoli.
Scrivo questa prefazione poche ore dopo la vittoria dello scudetto da parte della “mia” Juventus: lo scudetto numero 28, che però i dirigenti e molti tifosi bianconeri spacciano per il numero 30, incuranti del fatto che due campionati furono giustamente sanzionati dalla giustizia sportiva (e anche penale) perché viziati dalle gravissime irregolarità e illegalità di Calciopoli. Sono felice di questo scudetto numero 28 (gli altri due sono quelli della vergogna ed è meglio dimenticarli): felice perché è stato conquistato sul campo, senza favoritismi né moggismi, così come fui felice che la “mia” Juventus nel 2006 venisse retrocessa per espiare le sue colpe.
Dalla prefazione di Marco Travaglio