Grazie a Radio Sherwood ecco i podcast di tutti panel, più una serie di interviste fatte durante i tre giorni del Festival di letteratura working class
Anatomia della rabbia di classe – Shendi Veli su il manifesto
Intervista a Cash Carraway di Shendi Veli per il manifesto «Scrivo da sempre. È da quando ho 18 anni che mando i miei lavori in giro: sceneggiature teatrali, racconti, monologhi. […]
Festival di letteratura working class – Il programma
Da venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile presso il presidio Gkn Firenze a Campi Bisenzio, il primo festival italiano di letteratura working class
La letteratura è una questione di classe
Conversazione tra Davide Orecchio e Alberto Prunetti su letteratura working class e sull’ultima uscita della collana: “Tea Rooms” di Luisa Carnés.
Salvare le ossa della traduzione
Alberto PrunettiSu “Rivista tradurre”, Alberto Prunetti spiega il processo di traduzione di un libro denso e difficile come «Chav. Solidarietà coatta» di D. Hunter: “Mi addormentavo con le parole di Hunter in testa, che mi facevano male, e continuavano a farmi male, dentro alla mia carne, incistandosi nei miei pensieri notturni, senza prendere sonno”.
Interviste agli editori: Alegre
Alberto PrunettiCon un’intervista su “L’Indice dei Libri del Mese” Claudio Panella ripercorre molti anni di proficua e bella collaborazione tra noi e il compagno Alberto Prunetti, tra pubblicazioni, traduzioni, festival, riviste, e la direzione della collana Working Class
La Trilogia Working Class: scrivere per non farsi togliere la pelle
Alberto PrunettiUn approfondimento di Alberto Prunetti sullo stato dell’arte della sua trilogia working class e della collana Working class che dirige per le nostre edizioni.
Raccontarsi per salvarsi tutti insieme, dal basso
Alberto PrunettiPubblichiamo la traduzione dell’intervista di Neus Molina ad Alberto Prunetti sulla narrativa working class uscita in Spagna su El Salto.
Working Class: gli eroi del nuovo millennio
Negli ultimi anni, si è diffusa anche in Italia una nuova letteratura narrativa che gioca consapevolmente con le forme del romanzo e del memoir per usarle in modo da promuovere un contro-discorso antitetico a quello dominante sul destino delle lotte operaie del secolo scorso e di quelle a noi contemporanee